Imola, assalto alle rive del Santerno ma mancano le strutture

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L’estate in riviera. Del Santerno. Il fiume si conferma una meta prediletta per passare il week-end lontano dall’afa urbana. Col caldo sempre più torrido, poi, gli imolesi e non solo, hanno già preso d’assalto sempre prima le rive del fiume, da Fontanelice a Castel Del Rio. Quest’anno addirittura da fine aprile, raccontano i sindaci della Vallata. Ora quello che manca per consolidare questo turismo “di giornata” in un vero e proprio flusso turistico che soggiorna è un ampliamento delle strutture ricettive, che anche i primi cittadini riconoscono essere numericamente «carenti rispetto ad esempio alla valle del Senio». Un aiuto in questo senso potrebbe arrivare dalla promozione della Ciclovia, che verrà inaugurata proprio domenica 10 luglio, che ci si augura fungerà da volano per l’economia valligiana.

Turismo mordi e fuggi

Nonostante anche quest’anno le acque del Santerno in quanto acque interne non siano monitorate, e quindi non sono considerate balneabili come indica Arpae, e vi siano alcune ordinanze anti balneazione come nel Comune di Borgo Tossignano, «il fiume è preso d’assalto – racconta il sindaco di Fontanelice Gabriele Meluzzi –. Molti dalla bassa vallata salgono soprattutto il fine settimana per passare la giornata. Ogni weekend c’è un evento o una sagra. Anche questo richiama molto». Anche per Alberto Baldazzi, sindaco di Castel Del Rio, il trend degli anni della pandemia, che aveva visto un grosso afflusso turistico green, si è consolidato nei numeri: «Le strutture sono piene e siamo presi d’assalto, soprattutto sull’asse fluviale. Tanto che ha aperto una nuova attività stagionale in un chiosco di proprietà comunale».

Poche strutture

La vera domanda è se quei numeri si riescano a tradurre in un indotto da filiera turistica: «Sicuramente la Ciclovia fa la sua parte nell’attrarre visitatori, già da un po’ di tempo. Abbiamo anche un flusso di olandesi che da alcuni anni scendono dalla Toscana – prosegue Baldazzi – però il problema sono i posti letto». Concorda Meluzzi: «Bisogna capire che cosa si intende per turismo. Più che quello giornaliero credo che il turista sia quello che si ferma a dormire. Torna l’annosa questione: la vallata non è ricettiva come potrebbe perché non sufficientemente attrezzata. Servirebbe l’investimento privato. La domenica il lungofiume è pieno, e di questo siamo orgogliosi, ma a parte il chiosco l’impatto sulla comunità a volte è persino negativo, tra le auto parcheggiate ovunque e i rifiuti».

Effetto ciclovia

Uno slancio potrebbe arrivare allora dalla Ciclovia sul Santerno, sulla cui promozione istituzionale contano tutti i sindaci. «Il turismo è aumentato anche grazie agli investimenti della Ciclovia, ma quello di prossimità lo conosciamo già da diversi anni. Ad esempio sono molte le escursioni nel Parco della vena del gesso – commenta Mauro Ghini, sindaco di Borgo Tossignano –. Stiamo monitorando le richieste per ragionare su possibili soluzioni. Mentre la ristorazione funziona, e negli anni si è anche adattata alla domanda degli escursionisti con proposte culinarie magari più semplici, mentre sugli alloggi siamo ancora carenti». Infine, «la vallata avrebbe bisogno di un’ interlocuzione autonoma con la Regione, magari tramite una propria articolazione amministrativa. Questo non significa uscire dal Circondario, ma poter essere destinatari di fondi specifici», aggiunge concludendo Baldazzi.

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