L’ex vicesindaco e assessore all’ambiente di Mordano, Federico Squassabia torna all’attacco sulla Florim. Documenti dell’Arpae alla mano, infatti, risulta che «dalle analisi sullo sversamento di materiale di produzione nel canale Mezzale spiccano livelli elevati di metalli come cromo, rame, piombo, nichel e zinco – sottolineano l’ex assessore e Annalisa Neri, l’altra consigliera comunale che ha seguito Squassabia dalla maggioranza al gruppo Mordano-Bubano Pensiamo al futuro –, che configurano lo scarico come contenente sostanze pericolose».
I dati
I rapporti di prova relativi ai due campionamenti di acqua che l’Arpae ha effettuato il 12 dicembre dello scorso anno «evidenziano la presenza di numerosi parametri con livelli di concentrazione elevati – esordisce l’Agenzia nella comunicazione inviata ai carabinieri, al Comune di Mordano e all’Ausl di Imola –, significativamente superiori anche ai valori limite previsti dal D.Lgs. 152/06». Focalizzando l’attenzione sui metalli più pericolosi, la concentrazione di rame risulta di 2,6 e di 1 mg/l, a fronte di un limite di 0,1, quella di piombo di 2,95 e di 1,45 mg/l (limite 0,2), quella di nichel di 69,1 e di 2,44 mg/l (limite 2), quella di zinco di 6,2 e di 3,06 mg/l (limite 0,5), e quella di cromo totale di 18,55 e di 4,13 mg/l (limite 2). Scorrendo tutti i parametri presi in esame, la Cod-Domanda chimica di ossigeno è di 3.930 e di 1.825 mg/l, a fronte di un limite di 160, la Bod5-Domanda biochimica di ossigeno di 240 e di 52 mg/l (limite 40), il fosforo totale di 84,8 e di 42,4 mg/l (limite 10), i solidi sospesi totali di 75.300 e di 30.200 mg/l (limite 80), il manganese di 6,41 e di 2,33 mg/l (limite 2), l’alluminio di 15.120 e di 3.886 mg/l (limite 1), il boro di 25,75 e di 25,58 mg/l (limite 2), e il ferro di 543,8 e di 215,3 mg/l (limite 2).
L’attacco
«Alla luce di questi dati, troviamo veramente sconcertanti le dichiarazioni rilasciate dell’azienda, che parlarono di liquido non pericoloso formato da acqua e argilla – attaccano Squassabia e Neri –. Il sindaco stesso, avvisato più volte da Squassabia della sicura presenza di inquinanti nello scarico, non ha voluto ascoltare e ha minimizzato, come al solito. Queste vicende, ancora una volta, sottolineano il disinteresse di questa azienda per la tutela dell’ambiente e del territorio e speriamo pongano grandi dubbi all’autorizzazione ad ampliarsi, a tutti i costi, voluta con forza dall’Amministrazione locale e dalla Regione».
Inoltre, «speriamo vengano attenzionati con cura da Arpae i materiali e i reagenti utilizzati da Florim in produzione – continuano –, in quanto facciamo presente che tali metalli pericolosi rilevati possono essere rilasciati nell’ambiente come polveri sia in lavorazione sia negli scarichi emissivi».