Imola, anche i dipendenti dell’Ausl in sella per il Bike to work

Anche l’Ausl di Imola aderisce al progetto Bike to work del Comune. Un tassello che l’Azienda sanitaria mette nel puzzle della sua riorganizzazione in chiave ecocompatibile e sostenibile. Con una delibera del direttore generale Andrea Rossi si mette nero su bianco la possibilità data ai dipendenti di poter usufruire di una serie di compensazioni e aiuti, anche economici, verso chi si reca al lavoro e rientra a casa a fine turno senza l’auto.

Piano di gestione

Al fine di favorire il decongestionamento del traffico mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, le imprese e le pubbliche amministrazioni con più di cento dipendenti sono tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente. Il piano ha valenza triennale e nel territorio vede anche partecipare l’Ausl.

La fotografia attuale

Per quanto concerne la realtà sanitaria imolese tra l’ospedale, il polo territoriale dell’ospedale vecchio, la Casa della salute di Medicina e quella di Castel San Pietro Terme si parla in totale di 1.916 dipendenti, di cui il 77% è di sesso femminile. Questi all’anno percorrono oltre 10 milioni di chilometri con la conseguente emissione di 1.737 tonnellate di anidride carbonica, 312 kg di polveri sottili e tre tonnellate di ossidi di azoto. Per indagare le abitudini di spostamento dei dipendenti è stato consegnato un questionario a cui hanno risposto 572 lavoratori sulle quattro sedi, un numero che rende il campione rappresentativo dell’intera popolazione aziendale e che permette di considerare attendibili gli esiti dell’indagine.

Dai dati appresi sono tre le fasce orarie di maggior affluenza. Quella dalle 6.30 alle 8.30 vede il 67% dei casi, tra le 12 e le 15 il 23% e tra le 18.30 e le 21 il 5%. Il 56% del campione proviene dal comune di Imola, l’83% dalla provincia di Bologna e il 17% da fuori provincia (di cui 6 persone da fuori regione). Il 44% percorre meno di 5 km, il 27% percorre tra i 5 e i 20 km e un lavoratore su tre percorre più di 20 km durante il suo spostamento. In totale il 71% degli spostamenti viene fatto in auto, anche per piccole distanze chilometriche. Inoltre nove dipendenti su dieci hanno un’auto di proprietà, quattro su dieci una bici e solo uno su dieci è tolare di un abbonamento a un servizio di trasporto pubblico.

Cosa si chiede

Infine è stato chiesto ai dipendenti se fossero disponibili a cambiare modalità di spostamento abituale. Tra gli intervista il 48% ha dichiarato di essere disposto a utilizzare il trasporto pubblico, compreso chi già lo utilizza. Per farlo però il 38% chiede che vengano adottati incentivazioni e flessibilità organizzativa. Per quanto riguarda la bici o di mezzi elettrici (monopattini o biciclette) tra gli intervistati il 56% dichiara di essere disposto ad utilizzarli. Questo però a seguito di un’incentivazione economica e avere un deposito custodito. Inoltre il 24% si dice disponibile, per tratti del percorso casa lavoro, a utilizzare il bike sharing. Per il carpooling la disponibilità arriva al 45% del campione mentre per il car sharing ci si ferma al 27%.

I progetti futuri

Da parte aziendale si è così redatto un programma, con relative spese, per andare incontro al possibile cambiamento. Si metteranno in atto azioni di formazione e sensibilizzazione (5.000 euro di spesa), promozione del carpooling per i dipendenti (5.000 euro), agevolazioni per chi utilizza il trasporto pubblico (8.000 euro), si realizzerà una convenzione con il progetto “Corrente” (20.000 euro) e si potenzierà la presenza di rastrelliere per il parcheggio delle bici (3.000 euro).

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