Alluvione Emilia-Romagna, come aiutare

VolontariatoInformazioni utili per fare volontariato suddivise per località:Bologna Area Metropolitana:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfiEeIGSpfooB-cAJIaoI-K_aAp9W_wwhwKzFwL8EyTT5mIVw/viewformCesena:https://www.volontarisos.it/user/index.phpCervia:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSclceKT5KSnooMwYLyMyQO7mh080nIniirSc4ALJwU798FkCQ/viewformoppure chiamare al numero 3425211536 dalle ore 9.00 alle 18.30.Ravenna:Inviare un’email a vogliodareunamano@comune.ra.it lasciando nome, cognome, recapito telefonico e indicando quale tipo di aiuto puoi offrire.Imola:https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutareForlì:Chiamare al numero 0543 712301...

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Imola, anche gli asili chiusi. Incognite per i genitori lavoratori

IMOLA. Per ordine della Regione chiudono i battenti, fino al 21 marzo prossimo, anche gli asili nido e le scuole materne del circondario. I ragazzi delle elementari e delle medie erano a casa già dallo scoccare della zona arancione scuro, il carico per le famiglie quindi si aggrava.
Contagio nelle scuole
Ricapitolando i dati forniti dell’Ausl di Imola a inizio di questa settimana risultavano casi attivi, ovvero con contagio da Covid 19 in corso, 341 bambini e ragazzi 15 dei nidi, 27 delle materne, 78 delle elementari, 87 delle medie e 134 delle superiori. Uno degli ultimi focolai significativi aveva riguardato proprio una materna, alle scuole Carducci. Complessivamente i piccoli e giovanissimi in età scolare contagiati risultano essere 1645 dall’inizio della pandemia, con 495 casi secondari collegati, ovvero famigliari che a loro volta hanno contratto il virus di conseguenza. In sostanza fin qui circa un quinto del totale dei contagi sul territorio da un anno a questa parte.
Congedi e deroghe
Le difficoltà delle famiglie sono comunque pesanti, in assenza di congedi parentali, di possibilità di poter contare sui nonni, categoria a rischio che deve essere protetta. Problemi che si aggravano per chi ad esempio lavora nella sanità, o nelle forze dell’ordine, e ha figli piccoli, ma non solo. I cosiddetti lavoratori “essenziali” non sono infatti definibili giuridicamente e, anche se qualcuno che lavora nei servizi pubblici in questi giorni si è rivolto al Servizio scuole non ha potuto trovare risposta. «Nessuna indicazione viene fornita ai genitori soprattutto se lavoratori essenziali. Mentre Regione e Ufficio scolastico regionale si palleggiano le decisioni in merito ed in assenza di normative nazionali che contemplino il congedo parentale Covid ormai scaduto, riteniamo che l’amministrazione comunale di Imola e l’intero Circondario debbano farsi carico immediatamente di questa problematica lavorando nel weekend (visto che non lo si è fatto prima) dando precise disposizioni al fine di garantire l’accesso a scuola dei figli di tali lavoratori o dei ragazzi disabili e/o fragili come da normative vigenti –commentava ieri lo Giuseppe Rago, referente della Usl imolese –.Chi dovrebbe decidere in merito sarebbe il Ministero della Pubblica Istruzione che peró scarica sulle Regioni che a loro volta scaricano sugli Uffici scolastici regionali, nel mezzo i ragazzi e le loro famiglie con il risultato che ad oggi nulla si sa di quanto accadrà fra 24 ore, compresi i docenti. Chiediamo allora che il Circondario si riappropri del suo ruolo territoriale ed assuma urgentemente decisioni in tal senso dando indicazioni chiare e precise perché si aprano le porte delle scuole almeno per tali situazioni contingenti che lunedì potrebbero ripercuotersi su sanità, studi medici, forze dell’ordine ed altre categorie essenziali. Su tale posizione ci siamo già mossi con la Regione attraverso una sollecitazione per la risoluzione di tale problematica». Ma per ora non è arrivata risposta, motivo per cui si interpella il sindaco e presidente del circondario Marco Panieri.
Chi potrebbe andare a scuola
Nel primo pomeriggio il Comune di Imola ha confermato tramite una nota stampa che garantisce alle figlie di bambini disabili la possibilità di effettuare o negli stessi locali scolastici, o anche a domicilio interventi educativo-assistenziali, anche nella fascia 0/6 anni. Un servizio che potenzialmente in città riguarda circa 300 bambini e ragazzi. «Per ottenere l’intervento domiciliare, che è gratuito per le famiglie, al pari di quello effettuato a scuola, i genitori dovranno farne richiesta alla scuola frequentata dal bambino e la scuola dovrà inoltrare la richiesta al Servizio Diritto allo studio del Comune di Imola –spiega l’assessore alla Scuola Fabrizio Castellari –. Nella situazione di emergenza chi è più fragile ha ancora più bisogno. È un principio che vale sempre, oltre che per le situazioni economiche e sociali, ancora di più per i casi in esame».

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