Imola, aiuti per il caro bollette in fase di stallo

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Serve ancora tempo per verificare i criteri del bando degli aiuti alle famiglie per contrastare i rincari energetici. Circa una settimana. Aggiornato quindi a data da confermarsi, tra venerdì o più probabilmente il 24 ottobre, l’incontro tra i sindacati e l’Amministrazione che si è tenuto lunedì scorso sull’apertura del secondo bando in sostegno alle famiglie. Con il primo, tra maggio e luglio, erano stati distribuiti circa 100mila euro.

Al tavolo il vicesindaco Fabrizio Castellari, con delega al Bilancio, e l’assessora al Welfare Daniela Spadoni. Dall’altro lato i segretari della Cgil di Imola, della Cisl area metropolitana di Bologna e della Uil imolese, Mirella Collina, Enrico Bassani e Giuseppe Rago. L’incontro è terminato con una fumata grigia, perché il rinvio è dovuto a verifiche tecniche ma, fa sapere telegrafico Castellari, «deve essere chiaro che il Comune c’è». Dall’incontro, infatti, i rappresentanti sono usciti con l’accordo di mantenere il riserbo fino alla definizione dei termini del bando. Qualcosa però è già possibile intuire.

350mila euro sul piatto

Al centro della discussione c’è quanto rimane dei 450mila euro destinati a marzo in sostegno alle famiglie vulnerabili per far fronte ai rincari energetici, individuate tramite il tetto Isee fino a 12mila euro. La somma, firmata dall’Amministrazione nell’accordo del 18 marzo con i sindacati, risultava complessivamente dai 100mila allora subito disponibili, poi erogati col primo bando, e dai 350mila resi disponibili da luglio con l’assestamento degli equilibri di bilancio. Ora bisogna trovare la quadra sui criteri di accesso al bando, in particolare sull’aumento della soglia Isee fino a 15mila euro, su cui è in corso la verifica.

I sindacati

Anche se sui dettagli dell’accordo il silenzio è unanime, non è tale la posizione e la strategia dei sindacati. È scettico Rago della Uil: «Il Comune propone la soglia dei 15mila euro ma il Governo o altri Comuni vicini (Castel San Pietro Terme, ndr) adottano quella dei 20mila fino a 26mila euro. Le cifre stabilite erano accettabili a marzo ma non possono più esserlo oggi, dati i rincari. La situazione sul territorio è preoccupante: una ventina di aziende hanno attivato la cassa integrazione, questo riduce ancora di più la disponibilità delle famiglie».

Per Bassani però «il parametro di Castello è improprio, Imola è una realtà diversa». E avverte: «L’argomento è molto delicato, non possiamo illudere le persone creando false aspettative in corso di trattativa. E bisogna considerare che gli enti locali non hanno la disponibilità per azzerare l’impatto delle bollette: serve l’intervento nazionale ed europeo».

Rilancia Collina: «L’intento è di aiutare le famiglie. Ora si facciano le verifiche per erogare questi 350mila euro e poi apriamo la prospettiva. Da un lato per destinare tutte le risorse ulteriori eventualmente recuperabili, dall’altro guardando anche alle aziende, per cui ho chiesto la convocazione del tavolo delle imprese».

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