Imola, Agorà: «una clausola vieta le costruzioni a Montericco»
Prosegue l’attività ostativa, ormai quotidiana e continuativa, del Comitato Agorà Montericco per impedire la realizzazione dell’omonima isola ecologica alle porte della Pedagna. Mentre prende sempre più forma l’azione legale contro la decisione, si accendono i riflettori su un nuovo e per lo stesso Comitato «importante elemento a sostegno della nostra causa».
In concreto i cittadini e le famiglie contrarie alla struttura di raccolta e recupero di alcune tipologie di rifiuti da differenziare, promossa dall’amministrazione comunale imolese, sottolineano come «abbiamo un documento, un atto riguardante la compravendita del terreno sul quale dovrebbe sorgere l’isola ecologica. All’epoca – rimarcano i residenti della Pedagna contrari alla realizzazione – il terreno fu acquistato per l’insediamento dell’impianto di cogenerazione da parte dell’allora Azienda municipalizzata imolese. Nell’atto vengono indicate come parti in causa l’amministrazione comunale e l’impresa Enoagricola srl del territorio proprietaria del terreno. Tra le clausole essenziali per la conclusione della compravendita accettata dalle parti viene specificato chiaramente l’esclusione di ogni futura edificazione a una distanza inferiore di metri 50 dalla stessa via Montericco».
Per i “resistenti” questo è «un aspetto fondamentale, considerando il fatto che il progetto prevede la realizzazione della stessa isola ecologica proprio sulla via Montericco, con ingressi e uscite, impianti di conferimento e parcheggi. Ci si aspettava – concludono – maggiore attenzione e cura da parte dell’attuale amministrazione comunale. Una disattenzione che dimostra ancora una volta che la scelta di questo progetto sia stata frettolosa e improvvisata dettata da ragioni meramente economiche mirate a ottenere i fondi ministeriali del Pnrr». Alla luce di quello sostenuto in precedenza e di questa novità il Comitato si pone «in attesa di una chiara presa di posizione su cosa voglia definitivamente fare il Comune di Imola».