Imola, 58 donne hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza nel 2022

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Il fenomeno della violenza sulle donne è complesso da rappresentare con i numeri. La fotografia non è nitida – anche se qualche dato esiste (le 58 donne accolte da gennaio a ottobre del 2022 da Perledonne) – poiché le cifre che i soggetti coinvolti raccolgono nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, dalle forze dell’ordine ai servizi ai centri antiviolenza, non sono omogenee e soprattutto sono solo una piccola parte dell’enorme sommerso che si stima.

Domani si terrà a Imola un consiglio comunale straordinario sul tema, in cui rappresentanti delle istituzioni e dei servizi illustreranno i dati dei propri osservatori, come per esempio quelli relativi al primo anno di utilizzo della stanza rosa in commissariato, ma intanto i centri antiviolenza di Perledonne e Trama di terre anticipano qualche dato e riflessione.

La cifra della violenza

Un dato costante descrive la natura della violenza sulle donne: quello di chi la agisce. Delle 58 donne accolte da gennaio a ottobre del 2022 da Perledonne, tutte del circondario di cui il 70% italiane, più del 70% ha subito la violenza a causa del partner o dell’ex. Nel 46% dei casi era violenza fisica, nel 39% economica, nel 2% sessuale e nell’85% psicologica. Colpisce la percentuale delle giovani: «L’età media si è gradualmente abbassata: il 26% delle donne ha tra i 18 e i 29 anni, il 39% dai 29 ai 49 anni e il 20% ha un’età superiore ai 50 anni», illustra la presidente dell’associazione Cristina Zanasi.

Uno specchio confermato dai numerosi casi di «studentesse che manifestano la necessità di un supporto per esperienze di violenza subita o assistita, di insegnanti che hanno richiesto interventi mirati su classi specifiche e di mascolinità tossica» rilevati durante le esperienze formative nelle scuole, aggiunge Zanasi.

Donne migranti

Una prospettiva peculiare la porta Trama di terre, il cui centro è punto di riferimento per le donne migranti ma non solo. «La Convenzione di Istanbul ha sortito qualche effetto sull’ottenimento dello status di rifugiata, per cui finalmente si riconosce anche la violenza – afferma la presidente Khadija Ait Oubih –. La violenza però è agita anche dopo l’arrivo in Italia, nelle sedi di accoglienza. È un fenomeno che non deve essere normalizzato col pretesto della diversità culturale». E ancora: «Le donne impiegano sempre più tempo per uscire dalla violenza per gli ostacoli che incontrano nell’accesso al lavoro, alla casa e per il mantenimento dei figli», sottolinea.

Consiglio straordinario

Dalle 16 alle 19.30 domani si potrà assistere al Consiglio in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il 25 novembre. Anche quest’anno interverranno i rappresentanti delle istituzioni, tra cui l’assessora alle Pari opportunità di Imola Elisa Spada che illustrerà le iniziative comunali degli ultimi due anni, i dirigenti dell’Ausl, dell’Asp, delle Forze dell’ordine nonché i centri antiviolenza, la Caritas e la coordinatrice della Commissione pari opportunità.

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