"Il tiranno gentile": un Mick Jagger della moto di nome Valentino Rossi

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"Valentino Rossi è il Mick Jagger della moto, può invecchiare, scivolare, ripetersi, ma avrà sempre il passo, la presenza, i pensieri e le opere di chi, tradendo la compostezza del ruolo e la fedeltà all’inganno della gloria, conserverà l’euforia e l’ilarità lunatica del guerriero per caso, che cerca il comico dopo aver scritto l’epica".

La nuova fatica letteraria di Marco Ciriello (autore di documentari, articoli, libri) riguarda il campione di Tavullia. Con 66thand2nd ha pubblicato Maradona è amico mio (2018). Il libro "Valentino Rossi, il tiranno gentile (160 pagine, 16 euro, edizioni 66thand2nd) sarà in libreria dal 27 maggio.

Valentino Rossi è un’espressione sincretica fatta di velocità, cambiamenti del corpo e traiettorie impossibili. Un tiranno gentile che ha dominato la storia delle corse in moto. Un ragazzo da bar, prestato alla popolarità, che ha riportato il fattore umano, il pilota, nel cuore delle gare. Partito imitando i giapponesi, ha creato un nuovo tipo d’italiano, dove l’antica magia degli etruschi si fonde con la cocciutaggine dei samurai delle motociclette, innestandosi sulle manie imperiali romane. Discende dai meccanici silenziosi di Giovannino Guareschi disseminati lungo l’Appennino, stando in bilico tra le storie di Pier Vittorio Tondelli e Andrea Pazienza. Tra riviera e pista, spiaggia e paddock, impegno e divertimento, ha segnato e segna il suo tempo. Nove volte campione del mondo, oltre vent’anni di duelli e sorpassi, di rivalità aspre e di scelte coraggiose, è ormai entrato in una dimensione d’attesa. Si è trasformato in un marchio, una scuderia, un’Academy, mantenendo sempre la dimensione artigianale, genuina, felliniana all’interno di un successo hollywoodiano. Ha attraversato la vittoria, la sconfitta, il dolore per la morte di Marco Simoncelli, allievo, amico, erede. Ora è solo in pista, un alieno: per età, comportamenti, lingua e carattere. Fa a sportellate con una nuova generazione di piloti, ritrovandosi davanti la sua versione aggiornata, Marc Márquez, e anche se non riesce a cannibalizzarli come un tempo, li spaventa rincorrendoli, per quanto lontano dal podio. Corre, corre, corre e questo gli basta, con il sorriso come maschera della cattiveria che il tiranno deve avere per il bene del regno.

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