"Il terzo reich" di Castellucci in scena a Cesena

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Dopo anni di assenza torna al teatro Comandini di Cesena, “casa madre” di Societas Raffaello Sanzio, un lavoro di Romeo Castellucci. È “Il Terzo Reich” in scena stasera e domani alle 20.30 e alle 22. Poi il 15 e 16 luglio replica a 50 Santarcangelo festival. È una installazione introdotta da un’azione performativa, che si avvale dei suoni ddi Scott Gibbons, del video di Luca Mattei e della coreografica d’apertura di Gloria Dorliguzzo e Jessica D’Angelo.

Il Terzo Reich

“Il Terzo Reich” ha debuttato nel settembre 2020 al Mittelfest di Cividale del Friuli fermato subito dopo dalla pandemia; ora è reduce dalle repliche alla Triennale di Milano dove Romeo è stato scelto per un quadriennio come promotore artistico in qualità di “grand invitée”.

«L’idea del Terzo Reich ha a che fare con il potere del linguaggio – ci ha spiegato Castellucci –; è un tema questo che è sempre stato vivo nel mio lavoro, così come in quello della Societas. In questa installazione il linguaggio assume un significato di dominio, non solo di strumento di comunicazione. D’altra parte nel linguaggio sono inscritte tante categorie: politiche, sociali, psicoanalitiche... Il mio “Terzo Reich”, dal titolo così problematico, allude pertanto al linguaggio inteso come una forza di occupazione, come un esercito».

La sorgente di ispirazione del lavoro dell’artista cesenate è stata il libro/diario di Victor Klemperer (1881-1960) dal titolo latino “Lti. Lingua Terzi Imperi”. L’autore vi annotava le modifiche quotidiane che i nazisti operavano sulla lingua attraverso piccoli dettagli, con l’idea che il potere penetrasse nella pelle del popolo. «La lingua come strumento fattivo del potere». All’ingresso lo spettatore assiste a una azione performativa completata da una video installazione che è il fulcro del lavoro.

Proiezione a raffica

È un video “ipnotico” tutto incentrato sulla parola o meglio, su 12mila parole corrispondenti ai sostantivi contenuti nel vocabolario italiano. È dunque una rappresentazione sequenziale dei sostantivi del vocabolario italiano (tradotti in più lingue) proiettati uno alla volta su uno schermo, a ritmo velocissimo e frenetico, tale da impedire allo spettatore il discernimento della parola che passa, così sovrastato dalla quantità di vocaboli che scorre davanti agli occhi, pervasa dal suono aggressivo costruito da Scott Gibbons.

«È una proiezione a raffica, che nasconde anche un aspetto di terrore, allusivo nel titolo nel modo di vedere le cose, di esaurire tutto il linguaggio in un colpo. È una metafora della nostra condizione, mai come in questa epoca la comunicazione ha un vero potere».

L’installazione dunque esibisce il linguaggio che ha detto e saturato tutto e, aggiunge Romeo, «ogni spettatore la legge come vuole, io non do manuale di istruzioni, ciascuno può dire e pensare quello che vuole».

Il lavoro è anche un assaggio della collaborazione sollecitata da Romeo Castellucci fra Comandini e Triennale. «Pure su due scale completamente diverse, c’è una continuità nello spirito di lavoro; entrambi si fondano sul principio di luogo di incontro e discussione con nuove generazioni di artisti e di spettatori. È un modo di pensare il teatro come materia vivente, non solo materia museale».

Intanto al Comandini continua il corso di alta formazione “Il ritmo drammatico” diretto da Claudia e Romeo Castellucci e Chiara Guidi.

Info: 0547 25566

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