Il tango di Piazzolla al Ravenna Festival

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A cent’anni dalla nascita di Astor Piazzolla, il Ravenna Festival dedica il primo di una serie di omaggi al compositore e bandoneonista argentino con la nuova produzione di “Maria de Buenos Aires”, l’opera-tango che nel 1968 rivoluzionò i canoni della musica tradizionale argentina, in uno spettacolo che non ha mai avuto altri paragoni se non con se stesso. Per quest’inedito allestimento, in prima nazionale questa sera alle 21.30 alla Rocca Brancaleone – con la regia di Carlos Branca, in coproduzione con il teatro Comunale di Ferrara e con il patrocinio dell’Ambasciata argentina – il Festival ha coinvolto soggetti artistici della Regione: la MM Contemporary Dance Company di Reggio Emilia, guidata dal coreografo Michele Merola e coordinata dalla Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, e i musicisti dell’Orchestra Arcangelo Corelli diretti da Jacopo Rivani, con il bandoneonista solista Davide Vendramin. Il mezzosoprano Martina Belli sarà lo sfaccettato personaggio di Maria, bambina, adolescente, donna, cantante, prostituta e vittima di una metropoli spietata, che Piazzolla sentì il bisogno di sublimare in musica attraverso la lente del realismo magico e simbolico fornitagli dai versi del poeta uruguaiano Horacio Ferrer. Con lei il cantante di tango Ruben Peloni nel ruolo del Payador e l’attore Daniel Bonilla-Torres nei panni del Duende, lo spirito-narratore della vicenda.

Il ruolo di Astor Piazzolla nella storia della musica è ormai indiscutibile, perché fu capace di manipolare il repertorio popolare argentino forgiando un genere che prima non esisteva. La sua vita, cominciata cent’anni fa a Mar del Plata, si è nutrita di stimoli e linguaggi diversissimi, dal Lower East Side di Manhattan, dove iniziò a sviluppare il suo talento per il bandoneón (lo strumento che incarna lo spirito del Tango) fino alle orchestre argentine in cui era riconosciuto come assoluto virtuoso. Ma Piazzolla non si accontentò di replicare la tradizione. Lo dimostra un’opera atipica come Maria de Buenos Aires, che in sedici scene condensa passioni, misteri, malinconie e slanci di una città. Non è sbagliato sostenere che Maria sia la stessa Buenos Aires, come confermerà anche Milva, alla quale Piazzolla regalò la partitura, dedicandogliela.

«La storia di Maria – spiega il regista Carlos Branca – è una metafora. Le sue vicende raccontano gli anni della povertà, della speranza, dell’oppressione di uno stato dittatoriale e della temporanea rinascita di questa città. Ma chi è Maria? È una donna poco più che adolescente, che viene ammaliata e sedotta dal suono celestiale emesso da un bandoneon. Neanche il sacrificio della morte la libererà, perché sarà condannata a rinascere ogni notte dalla sua stessa ombra affinché ricominci, vergine, il ciclo infernale. Nell’opera Maria è Donna, è tutte le Donne, madre di tutti gli uomini».

L’evento è già sold-out ma sarà in streaming su ravennafestival.live.

Info: 0544 249244

Catrani, Scarpae gli animalidanteschi

Cerbero, colubro, aquila, allodola, ape, pellicano, cigno, astore e gru: tra le pieghe infinite della Commedia abita uno straordinario bestiario poetico, fantastico e irto di simboli. Da queste fiere immaginarie, tramite tra gli uomini e la divinità, ripartono i “Vespri danteschi, una seconda settimana di appuntamenti dedicati al poeta nella Basilica di S. Francesco. Proprio qui, oggi e domani alle 19.30, sarà per la prima volta in scena “Vox in bestia. Un prontuario di animali divini”, che unisce la voce di soprano di Laura Catrani, autrice dell’intero progetto, su musiche di Fabrizio de Rossi Re, Matteo Franceschini e Alessandro Solbiati rispettivamente per Inferno, Purgatorio e Paradiso, a quella di uno dei più arguti e originali narratori italiani, Tiziano Scarpa, che firma anche i testi. Ad accompagnarli attraverso nove quadri le animazioni video dell’artista Gianluigi Toccafondo.

Il progetto di Laura Catrani, pensato proprio in occasione del VII centenario dantesco, si articola su testi intonati per voce sola, lungo nove quadri, ognuno dei quali è introdotto da una miniatura letteraria che racconta l’essenza simbolica di ciascun animale dantesco, composta per l’occasione da Tiziano Scarpa. Intrecciati al canto, gli animali danteschi prendono vita e forma attraverso le visionarie video animazioni originali di Gianluigi Toccafondo. Come per tutti gli appuntamenti dei Vespri il costo del biglietto è 1 Euro.

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