Il sindaco di Rimini: non infanghiamo l'Inno nazionale facendo gli incivili

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Va bene la voglia di stare insieme, di festeggiare, ma serve "responsabile allegria", perché "non si può pensare di dare libero sfogo all'istinto". E' l'appello che lancia il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, alla vigilia della finale di Euro 2020. "Domani sera, anche a Rimini, dovrà essere una festa- dice, ma poi arriva il monito: "Non è possibile cantare e onorare l'inno nazionale all'inizio della partita e infangarlo dopo con atteggiamenti incivili. Sia davvero una festa, comunque vada la partita". Le grandi manifestazioni sportive, ricorda infatti, "oggi si calano in un contesto mai visto prima, in cui le emozioni collettive devono obbligatoriamente essere temperate dal rispetto di comportamenti e di gesti che proteggono noi e gli altri". Gnassi, come tutti, ricorda sì "l'impatto della pandemia e dei lockdown nelle nostre vite. Ma pur comprendendo tutto questo, non c'è e non ci sarà alcuna giustificazione per comportamenti sopra le righe o addirittura illeciti a causa della 'compressione sociale dell'ultimo anno e mezzo'". Anzi, proprio perché si è passato "un periodo così duro, la nostra intelligenza e il nostro senso di responsabilità ci devono convincere a passare la serata di domani come un premio da condividere serenamente con tutti quelli che ci circondano". A Rimini sono stati chiesti e ottenuti i rinforzi di polizia e le forze dell'ordine "già fanno straordinari e un lavoro enorme, saranno presenti, vigileranno e presidieranno il territorio". Però, rimarca il sindaco, "ogni agente in più non sarà comunque abbastanza se domani non prevarrà il gusto del divertimento sano, perché ci troveremo in tanti nelle piazze delle città, davanti ai televisori".

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