Il sindaco di Cesenatico scrive in Regione per i centri ricreativi

Cesenatico

Il sindaco Matteo Gozzoli ha inviato una lettera al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e all’assessore Corsini che ha la delega al commercio affinché la regione agisca da tramite con il governo per chiedere di equiparare i centri ricreativi, sociali e culturali con autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande ai pubblici esercizi e prevedere ristori per tutti i circoli, anche quelli senza partita iva.

Nella lettera si parla del prolungamento della sospensione al 5 marzo e che «dalla fine di ottobre abbiamo alcune realtà sospese che non possono effettuare né servizio a domicilio né asporto e la prospettiva è una chiusura di almeno 5 mesi senza la possibilità di ricevere ristori. Cesenatico, come tutta l’Emilia-Romagna, fonda storicamente parte del suo tessuto sociale e culturale su questi centri che da tradizione agiscono da collante per i piccoli centri e le piccole frazioni e hanno il ruolo di punto di riferimento per i cittadini di tutte le fasce d’età. In queste settimane ho raccolto la preoccupazione di numerose associazioni e di singoli gestori di centri ricreativi, sociali e culturali che in questa momento di durissima difficoltà non vengono aiutate e sostenute. Il rischio, altissimo, è che tante di queste realtà chiudano definitivamente portando via con sé patrimonio economico e culturale».

Gozzoli sottolinea «l’importante funzione svolta dai circoli che va ben oltre il concetto di tempo libero: sono luoghi che creano e mantengono vivi i legami tra le persone e spesso, soprattutto nelle piccole frazioni, rappresentano centri a cui tutta la comunità ruota attorno. Di questi, i circoli con partita Iva, per i quali il “decreto Ristori” ha previsto aiuti economici, sono purtroppo solo una minima parte».

Le richieste sono «da un lato valutare la possibilità di assimilare i circoli, per la sola attività di somministrazione alimenti e bevande ai pubblici esercizi consentendo almeno l’asporto negli orari previsti dal Dpcm e la consegna a domicilio per i soli soci e, dall’altro prevedere ristori per tutti i circoli, anche e soprattutto quelli più piccoli».

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