Il sindaco di Cervia: "Ecco perché la salina ci ha salvato"

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La Salina deve continuare a produrre l’oro bianco. Ne sono convinti il sindaco Massimo Medri, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente della Provincia Michele De Pascale e il presidente del Parco salina Giuseppe Pomicetti, che ieri hanno fatto il punto della situazione sul posto. L’appuntamento è per il prossimo anno, quando dovrebbe riprendere la circolazione delle acque salate che poi evaporano lasciando sul fondo il prezioso prodotto. Al momento l’acqua dolce arrivata con la fiumana ha invece stravolto l’area umida rendendo irriconoscibile questo ambiente. Ma si tratta anche di salvare la identità locale, perché tutto è iniziato lì, nell’area in cui sorgevano la mitica Ficocle e poi Cervia vecchia, e dove i romani avevano inaugurato il primo sistema artigianale per produrre il sale.

«La Salina ha salvato Cervia – sottolinea il sindaco Massimo Medri –, contenendo una quantità straordinaria di acqua che altrimenti si sarebbe riversata nella città. Oggi stiamo ancora liberando lo stabilimento e con la Provincia si lavora per riaprire il prima possibile la Sp 254, in parte danneggiata. Conclusi questi primi passaggi dovremo intervenire per rilanciare la Salina, ma necessitano alcuni milioni per farlo. L’obiettivo è quello di ritornare a produrre il sale il prossimo anno, e per questo occorre una task force con tutte le istituzioni».

Istituzioni unite

Comune, Provincia, Regione e Stato devono quindi agire di concerto per salvare non solo un luogo produttivo ma pure un’oasi ambientale di enorme valore. «Bisogna mettere in campo in tempi brevissimi un progetto – gli fa eco il presidente Bonaccini –, per il suo rilancio dal punto di vista economico e turistico. Parliamo di uno dei luoghi più magici della Emilia Romagna, oltre che di un patrimonio naturalistico e produttivo di valore nazionale. Per questo porteremo la situazione alla attenzione del Governo. In gioco ci sono oltre una trentina di posti di lavoro e la salvaguardia di una tradizione fondamentale per questo territorio. Non dimentichiamo poi l’habitat naturale in cui nidifica l’avifauna».

Cervia senza la Salina non sarebbe più la città del sale, un marchio che ha fatto il giro del mondo attirando tanti turisti, solo per visitare i bacini ed estasiarsene al tramonto. Purtroppo dai primi accertamenti si è capito che tutto il sale conservato negli stabilimenti di via Salara è andato perduto. Disciolti nell’acqua dolce i preziosi chicchi accumulati nell’aia sono ora niente più che poltiglia. Mentre lo spaccio, i macchinari e altre strutture dello stabilimento stanno marcendo sotto a un metro di acqua. Acquistare un sacchetto di sale da portare a casa come ricordo facendo una piccola sosta in questa oasi della Cervese è per ora impossibile.

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