Il Satyricon con Ugo Tognazzi, un dispetto a Fellini

«Preferisco Polidoro a Fellini». Polidoro… chi era costui? Gianluigi Polidoro è il regista che realizza, nel 1969, il film Satyricon che “rivaleggia” con quello di Federico Fellini annunciato per lo stesso anno (e che si chiamerà, per distinguersi, il Fellini Satyricon). «Un filmetto d’assalto» definì la pellicola rivale, e con non celata malizia, il biografo di Fellini Tullio Kezich. Un film che «nacque in opposizione a quello di Fellini… era una sorta di vendetta da parte di Rizzoli, di Franco Fabrizi (attore ne I vitelloni, ndr) e anche di Tognazzi» si legge nella scheda dedicata al Satyricon di Polidoro contenuta nel libro Ugo Tognazzi di Ignazio Senatore (Gremese, 2022).
A pronunciare la frase di cui sopra fu, nel corso di una conferenza stampa, lo stesso Ugo Tognazzi, che però aggiusterà il tiro negli anni a venire: «Credo di essermi lasciato andare, per amore di battuta, a un paio di frasi che seccarono Fellini, che mi diede querela. Poi la ritirò cordialmente un anno dopo».
Chi fu il primo?
Frecciate, querele, controquerele, legate in particolare alla “primogenitura” del soggetto tratto dal Satyricon di Petronio, ma non solo. Nelle cronache di quell’annata c’è da registrare anche un processo giudiziario, a carico di produttore, regista, attori del film di Polidoro. Le accuse di quelle pesanti: oscenità, violazione della legge che tutela il lavoro dei minori e corruzione di minori. Anche Tognazzi, che nel film di Polidoro interpretò il ruolo di Trimalcione, finì sotto inchiesta, ma fu prosciolto prima della sua chiusura. «Fu un caso che ebbe un grande risalto mediatico» racconta lo studioso Pietro Ammaturo, docente all’Università della Basilicata, intervenuto martedì a un convegno dedicato a Tognazzi che si è tenuto nella sua Cremona, con uno speech dal titolo “Tognazzi dimenticato: il Satyricon tra Fellini e Polidoro”. Quotidiani e rotocalchi ci andarono a nozze. Non solo per la vicenda processuale.
Prima ancora, a tenere banco, era stato proprio il “derby” tra i due film “petroniani”. Con servizi e titoli anche ultra trash, come quello scelto dalla rivista Novella: «Scusi signora che orgia preferisce? Inchiesta sul derby Fellini-Polidoro», come ricordano in un saggio gli studiosi di cinema Andrea Minuz e Silvia Vacirca.
L’amarezza di Tognazzi
Tutto nasce, e scoppia, sulle ceneri dell’abbandono del progetto Il viaggio di G. Mastorna, il “fantasmone”, il film mai realizzato da Fellini. Ugo Tognazzi, che era stato in prima battuta ingaggiato per la parte del protagonista (con tanto di firma di contratto), restò a dir poco amareggiato per il naufragio del progetto, tenuto conto che Fellini non era neppure entusiasta della scelta dell’attore. Non certo, si intuisce, per le indubbie capacità professionali. È noto quanto a Fellini interessassero le “facce” a prescindere dal curriculum attoriale, e Tognazzi all’epoca era invece «già un attore famoso, caratterizzato: aveva già fatto film importanti con Marco Ferreri, come L’ape regina e La donna scimmia» ricorda Ignazio Senatore. Fatto sta che per l’attore cremonese fu uno smacco non da poco. Ma di smacco in smacco, il risultato è che fu a dir poco «infuocato il clima nel periodo tra il dopo Mastorna e il pre Satyricon» sintetizza Ammaturo.
Dai cinema ai tribunali
Ma come andò a finire con il film di Polidoro? E soprattutto: chi è stato Polidoro nel cinema italiano? «Fu un regista piuttosto particolare – ricorda il docente di cinema –. Iniziò con i documentari ma fu anche attore insieme a Tognazzi nel film L’ape regina di Marco Ferreri. Fu grande amico dello sceneggiatore Rodolfo Sonego e fu grazie a questa amicizia che fu chiamato per dirigere il Satyricon».
Archiviata la vicenda processuale, che si concluse con una condanna a tre mesi per Bini, Polidoro e lo sceneggiatore Sonego (cadde però l’accusa di corruzione di minori), il film tornò in sala rimaneggiato dai tagli ma finì presto nel dimenticatoio.
A chiudere il cerchio, nel 1970, l’uscita di una parodia dei due Satyricon e relativa “psicosi” collettiva: il Satiricosissimo di Mariano Laurenti con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia ed Edwige Fenech.

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