Il ritmo da play-off, il Cesena e la Ferrari

Sensazioni sparse dopo una partita di alto livello come Cesena-Reggiana. Il Modena è uno spettacolo quando difende: magari ti lascia il pallone, però ti fa fare la partita che vuole Tesser. La Reggiana è uno spettacolo quando attacca: si prende il pallone e fa la partita che vuole Diana. Il risultato è che il Modena è nettamente favorito per arrivare primo.
Lunedì il Cesena ha cambiato modulo e il campo ha detto che Viali con il 4-4-2 ha fatto la scelta giusta, sia per il tipo di mediani che ha, sia per limitare le corse di Bortolussi, uno che deve tornare a fare gol per dare pieno senso ai play-off. Ora che Pittarello sta finalmente bene, aumentano gli indizi che la dimensione di Caturano sia quella di punta da ultima mezzora, perché la Reggiana ha spiegato quali saranno i ritmi dei play-off e non sono i ritmi di Caturano. La prima metà di marzo a livello di intensità era stata preoccupante, mentre lunedì si è visto qualcosa anche a livello di atteggiamento. I 4 ammoniti e Benedettini espulso dalla panchina sono il record stagionale di una squadra che di solito si mette a tavola in punta di forchetta e non mangia quasi mai con le mani. Non è obbligatorio metterla sempre in battaglia, però chi non sa fare battaglia, la C non la vince.

La corsa per il terzo posto resta apertissima: dietro ci sono Pescara ed Entella che si vedono dagli specchietti, ma non riescono a passare e magari qualche sgommata giusta per allungare nei tratti misti la darà proprio Frieser.
A proposito, il fresco ricordo della domenica della Ferrari ci dà lo spunto per una parentesi automobilistica di un presidente del Cesena che ogni tanto aveva velleità di intenditore. O meglio: quando parlava di auto, insisteva sul rapporto qualità-prezzo, un rapporto su cui Edmeo Lugaresi ha costruito la sua vita imprenditoriale e sportiva. Per esempio, nel tormentato anno 2000 in Serie C1, si ricordano i primi mesi sfortunati con alla guida il giovane Fabrizio Tazzioli, eccellente persona ma ancora acerbo. Il Tazzio era un pezzo di pane, all’epoca aveva ossi troppo duri da gestire e non lo aiutarono certe scelte tipo Bravo o Stringardi, giocatori che non riuscirono a dare nulla. Tazzioli era l’umiltà fatta persona e per auto aveva una Fiat Marea, non esattamente un accessorio da vip calcistico. Eppure fece proprio la figura del vip con Lugaresi a Villa Silvia, in un breve dialogo tra presidente e allenatore che non finirà mai nelle recensioni di Quattroruote.
«Mister, ti piacciono le auto di lusso?»
«Ma no pres, il giusto».
«Tu che auto hai?»
«Eh, una Marea».
«E la Madonna, ma quante ne hai?»
Sul momento, Lugaresi non colse la presenza della lettera maiuscola e il Tazzio fece la figura di un allenatore di C con il parco macchine di Ronaldo il Fenomeno.
Qualche mese dopo, Lugaresi si lanciò ad analizzare dal vivo l’auto di un giovane giornalista che passò a prenderlo a casa per accompagnarlo alla sua trasmissione “Tempi supplementari” a San Marino. Fiero di un impegnativo bonifico staccato per la concessionaria, Roberto Chiesa parcheggiò l’auto nuova in zona Madonna delle Rose e partì una prima ricognizione del presidente, che fece un giro silenzioso attorno all’auto grattandosi il mento, per poi aprire lo sportello e salire. Iniziava il viaggio verso San Marino.
«Dì un po’ Chiesa, ma è nuova questa macchina?»
«Sì pres, per me va bene, è l’ideale. Sto da solo, non ho famiglia: per quello che devo fare io, è perfetta».
«Ah, dì, ciò. Se va bene a te, hai scelto bene».
Il viaggio proseguì nel silenzio composto di un Lugaresi poco convinto. Nel secondo tempo del dibattito sarebbe crollato del tutto.
«Che macchina hai detto che è questa?»
«Una Volkswagen Lupo».
«Ah».
«Vabbè ho capito pres, non le piace».
«No, no, se poi a te va bene, figurati. Giusto per curiosità, quanto l’hai pagata?».
«Diciotto milioni (di lire, ndr)».
«Quanto?»
«Diciotto milioni».
Silenzio gelido in auto per un minuto. Sulla qualità Edmeo poteva tacere, sul prezzo no. E non tacque.
«Chiesa...».
«Sì pres?»
«Fata chiavata che hai preso».

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