«Il progetto Co2 piace a Ravenna ma Eni non arretri sulla chimica»

Ravenna

RAVENNA - Durante i momenti istituzionali, quando da presidente dell’Unione delle Province Italiane aveva incontrato il presidente del Consiglio a latere degli Stati generali, il discorso era riemerso. Ma che Giuseppe Conte ne avrebbe fatto un elemento esemplificativo della riconversione del Paese, il sindaco Michele De Pascale non se lo aspettava.

Cosa avevate condiviso in merito, durante gli incontri istituzionali a Villa Pamphili?

«Il progetto sulla CO2 è stato rievocato sia nei dialoghi col presidente Conte, sia parlando col ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. L’assunto comune era quello di renderlo un grande progetto per il Paese. Non avrei mai creduto che gli volesse attribuire un’enfasi così significativa. Lo giudico un passo importante»

Non è la prima volta che il premier fa un annuncio considerevole sul territorio ravennate…

«Sì, era già successo per la presentazione, sempre in ambito Eni, del sistema di produzione di energia da moto ondoso. Va detto però che la portata di questo progetto è molto più rilevante. Va però affrontata con il giusto senso di responsabilità»

A cosa si riferisce?

«Gli Stati Generali sono stati introdotti dalla presentazione del piano Colao sullo sviluppo. In quella strategia, prodotta dalla task force per il rilancio del Paese, si cita la necessità di “strumenti di pianificazione per una transizione energetica”. Per darvi attuazione, su Ravenna si dovrebbe pensare ad un mix che comprenda le rinnovabili, l’estrazione di gas e la CO2. Su queste basi davvero si può fare della nostra città un polo mondiale dell’energia sostenibile».

Immagino infatti che a latere degli Stati generali, con Conte, abbiate parlato anche del fatto che ad agosto ci si attende una parola definitiva sul "Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee", per redarre il quale il governo ha bloccato le prospezioni di gas sin dal marzo del 2019…

«Sì, e su questo versante permaniamo, nonostante le sollecitazioni che ho fatto anche personalmente, su posizioni differenti. Non abbiamo ricevuto atti ufficiali né dichiarazioni ufficiose su come si intenda tutelare il know how ravennate sull’estrazione di gas».

Questo progetto però potrebbe dare un nuovo fronte di sviluppo alla presenza di Eni a Ravenna. Dato positivo, considerata la crisi data dal prezzo del petrolio e l’attendismo sulla chimica che potevano prefigurare un progressivo disimpegno. I 130 milioni sulle gomme sintetiche green però, ancora non si vedono. Giusto?

«Eni rappresenta un fiore all’occhiello del Paese e crediamo nel suo impegno su Ravenna. Sarebbe però importante una risposta anche sulla chimica. E’ un asset strategico su cui se il Cane a sei zampe arretra, sbaglia. C’è anzi qui un terreno fertile, che si lega all’economia circolare».

Su questo fronte è possibile una collaborazione fra Eni ed Hera?

«So che ci sono riflessioni in corso che noi incoraggiamo, anche sul ciclo dei rifiuti. Si tratterebbe di una grande opportunità economica».

Intanto Eni sembra legittimare in pieno la svolta green su Ravenna ed esprime la nuova presidente di Omc attraverso Martina Spada, 38enne ingegnere e sua referente per Sviluppo Bio, Mobilità Sostenibile ed Economia Circolare. Ma il progetto sulla Co2 quanto può incidere economicamente?

«La nomina di una referente di simile prestigio di Assomineraria a capo di Omc parla da sola, ed è un messaggio su quanto Omc e Rem debbano diventare un unico corpo armonico. Il progetto sull’anidride carbonica non parla solo di captazione e stoccaggio, ma apre un fronte sul suo riutilizzo. E’ una scommessa enorme, che avrebbe riscossi occupazionali importanti. Ora attendiamo i fatti».

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