Rimini, il prof con una assenza in 20 anni: “Così diamo l’esempio agli studenti”

In vent’anni una sola assenza a scuola, da dieci nessuna. Il vicepreside stakanovista bacchetta i furbetti delle false malattie, un danno incalcolabile per erario e studenti. Lui è Roberto Moroni, 60 anni e non sentirli, da nove collaboratore dei vari dirigenti scolastici insediati all’Istituto Einaudi-Molari, nella sede del professionale di Viserba. Una “mosca bianca” per dedizione al lavoro, in un’epoca che spesso porta alla ribalta docenti che approfittano di false patologie per giocare a tennis o godersi vacanze dall’altra parte del mondo.

Professor Moroni, mai un’assenza in dieci anni. Un risultato frutto del dna o di buona volontà?

«Direi un mix. Di certo senza una grande forza di volontà non si raggiunge nessun risultato in genere. Aggiungerei il senso del dovere: essendo un funzionario pubblico, pagato dallo Stato e quindi a carico di tutti i contribuenti, sento l’obbligo di fornire il mio servizio al meglio, nel rispetto soprattutto di chi mi paga, oltre che della mia coscienza. Infine…».

Infine?

«Non certo per ultimo, gioca un ruolo l’entusiasmo di svolgere il mio mestiere di insegnante, in mezzo a tanti giovani. Giovani a cui noi adulti possiamo e dobbiamo trasmettere conoscenze, esperienze, ma anche entusiasmo e passione. Dobbiamo volere bene ai ragazzi, sono la nostra speranza e il nostro futuro. Dare il meglio di noi stessi per loro è qualcosa che rende anche noi stessi delle persone migliori. Ma non solo. I giovani capiscono chi li apprezza e chi sta loro vicino. In sintesi l’obiettivo è lavorare e vivere insieme per avere grandi soddisfazioni».

Cosa ha interrotto il ritmo dieci anni fa?

«Mi sono assentato un giorno per il Natale del 2012, dovendo anticipare la partenza per l’America in visita ad alcuni parenti. Per fortuna, lo sottolineo, l’ultima assenza per un giorno di malattia è datata al 2006».

Cosa ne pensa degli assenteisti?

«Di certo si perdono una bella occasione: quella di farsi apprezzare dai propri alunni e dai colleghi in generale. Come può un docente assenteista diventare educatore e rappresentare un esempio per i propri studenti? Costituisce inoltre una spesa per lo Stato, uno spreco di risorse che, in anni di difficoltà economica, sarebbe da evitare. Aggiungerei i danni educativi collegati alla presenza discontinua, e spesso poco coinvolta, del docente».

Come concilia lavoro e famiglia?

«Con una buona organizzazione personale, una buona bicicletta e un paio di scarpe da tennis per essere sempre pronto a correre. Sa cosa le dico?».

Prego.

«Ci rivediamo fra 10 anni su questi schermi per la prossima intervista. Sottinteso: senza alcuna assenza».

Commenti

  1. Congratulazioni al prof. modello, fulgido esempio di come si deve affrontare la vita: organizzazione personale e attività ginnica… le malattie spariranno!
    Un consiglio: la prossima volta che il prof. modello certificherà che qualche collega si finge affetto da patologie, non transiga e lo denunci!

  2. congratulazioni collega! a lei e alla sua salute, al non dover gestire famigliari anziani o ammalati, al saper correre in bagno anche quando i virus gastrointestinali decimano le classi e alla fine non si sta più bin piedi,come con 39 di febbre..
    Buon proseguimento e magari ci sveli il vero segreto.

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