Il prodiere del Moro di Venezia ora guida il porto del Principe

Rimini

VENTIMIGLIA. Il più grosso investimento mai fatto dal Principato di Monaco in territorio italiano: un porto turistico con 178 posti barca di cui un quarto destinato a navi da diporto fra i 28 e i 75 metri di lunghezza, collegato via mare a Montecarlo da un modernissimo servizio navetta in 15 minuti. Cala del Forte, questo il nome dell'approdo, è stato inaugurato il 2 luglio scorso, alla presenza del principe Alberto II di Monaco, e a dirigerlo c'è un riminese, Marco Cornacchia, 55 anni, un velista che ha partecipato all'avventura del Moro di Venezia con la vittoria della Louis Vuitton Cup e la finale di America's Cup nel 1992 (era prodiere), e che oggi si ritrova a guidare una struttura dove ti può capitare di vedere Mika Häkkinen che prende il caffè al bar.
Marco, come è possibile che un velista si ritrovi a fare il direttore di un porto turistico dove la presenza dominante è fatta di grandi yacht a motore?
«Dopo il Moro ho continuato a fare regate a livello professionale fino ai 42-43 anni vincendo anche dei titoli mondiali Farr 40 (e un paio invece col Moro). A Rimini avevo una società, mi occupavo di gestione e compravendita di barche, da diporto e da regata. Così, quando hanno cominciato a chiedermi delle consulenze nei marina ho intravisto una nuova occasione di lavoro per restare in un mondo nel quale sono entrato quando avevo 12-13 anni con i primi corsi di vela. Nel 2011 ho fatto da consulente per il Marina di Loano, in Liguria, e dopo pochi mesi mi hanno chiesto di restare come direttore».


Quanto ci è rimasto?
«Sono rimasto lì per sette anni e ho avuto modo di imparare tanto. Con i suoi 1085 posti barca è una realtà molto complessa: spiaggia, yacht club, negozi, posti barca anche per i pescatori, nautica sociale».
E poi è arrivata la chiamata dal Principato di Monaco…
«Sì, ho avuto modo di conoscere Giovanni Battista Borea d'Olmo, direttore generale della società che gestisce i porti di Monaco (SEPM), e mi ha proposto di seguire il progetto di Cala del Forte a Ventimiglia. A Monaco c'era una situazione di forte richiesta e gli spazi del porto non bastavano più, così hanno pensato bene di acquisire il porto più vicino, quello di Ventimiglia, dove esisteva un progetto che però si era fermato. Così hanno rilevato la società srl di Cala del Forte ed è stato possibile completare il nuovo porto».


Dal Marina di Loano a Cala del Forte un bel cambiamento…
«Sì, Cala del Forte per dimensioni è più piccolo rispetto a Loano ma ha 41 posti destinati a barche dai 28 ai 75 metri. Ci ho pensato bene perché a Loano mi trovavo benissimo sia sotto il profilo professionale sia su quello umano. Ma la sfida era interessante anche perché in questo caso si trattava di costruire un porto dal nulla. In questo lavoro ho potuto mettere a frutto la mia esperienza e a differenza di quanto succede di solito con il direttore del porto che arriva a lavori conclusi, qui si è potuto decidere alcune cose durante la costruzione ed è un valore aggiunto».
Di cosa si è occupato durante la costruzione?
«Col dottor Borea d'Olmo e i suoi assistenti sono state messe a punto le modifiche al progetto necessarie per realizzare un porto per grandi yacht. Io mi sono occupato anche dell'aspetto commerciale relativo ai negozi, che sono 35, al cantiere nautico, alla palestra, al distributore. Ho selezionato i candidati ed erano tanti. Ancora oggi ricevo candidature, La domanda è altissima. Del resto in quest'area si trova l'80% dei grandi yacht presenti in Mediterraneo».
Il 2 luglio scorso l'inaugurazione col Principe Alberto II.
«Sì, il Principe ha creduto subito in questo progetto ed è venuto più volte a vedere le fasi di avanzamento dei lavori. Ci ha molto sostenuti».
La risposta del mercato?
«Buonissima. Abbiamo già venduto 51 posti su 178 (la concessione ha una durata di 78 anni ma i posti vengono ceduti solo per 40)».


I prezzi saranno altissimi…
«Dipende dalle dimensioni, per i 40 anni si va dai 100mila ai 10 milioni di euro. C'è una bella richiesta. Del resto siamo il porto turistico più recente e quindi il più moderno con le più nuove tecnologie messe a disposizione sia per i servizi al cliente sia per la sostenibilità ambientale. I nostri clienti hanno per la maggior parte grandi yacht; tutto deve essere bello da vedere e ci deve essere anche una grande attenzione ai particolari anche dal punto di vista estetico: l'edificio è in ferro e vetro, la palestra ha una grandissima vetrata e così anche il bistrot che ha anche una bellissima terrazza…».
E in pochi minuti siete collegati a Monte Carlo…
«Le 8 miglia di distanza vengono coperte in 15 minuti con il nostro Monaco One Shuttle, un catamarano a due motori dai bassi consumi e dalla velocità elevatissima. Parliamo di 45-46 nodi di velocità di crociera seduti su comodissime poltrone con un'ampia vetrata che ti fa vedere l'esterno e rumori di sottofondo molto bassi che ti permettono di parlare senza problemi».


In quanti siete a lavorare?
«Oltre a me ci sono 14 dipendenti fra segreteria, amministrazione, ormeggi… Ma l'indotto che deriva da un porto come il nostro è enorme».
E la vela… dimenticata?
«No, assolutamente. In questi mesi abbiamo ospitato tante iniziative: dal Trophee Grimaldi alla Monaco Classic Week o al passaggio della Giraglia con una boa davanti al nostro porto».
Il primo amore non si scorda mai…
«Certamente!…»

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