Obiettivo raggiunto: il pomodoro del futuro oggi è molto più vicino. La sfida, lanciata due anni fa dal progetto VA.PO.RE. “Valutazione, diffusione e introduzione di nuove varietà di pomodoro resistenti a peronospora e alternaria per la produzione di pomodoro da industria a minor impatto ambientale e maggior salubrità” può dirsi vinta. Le prove in campo, in laboratorio e in fase di trasformazione hanno identificato quattro nuove varietà di pomodoro ideali per la coltivazione in regime biologico, resistenti a peronospora o alternaria (o a entrambe) e adatte per la trasformazione in passate, salse, cubetti o succhi. Oggi messe a dimora in 30 aziende agricole nelle zone più vocate dell’Emilia-Romagna, le varietà Cartizze, Milbech, Mascali e 20T6406 sono pronte a diffondersi in tutto il Paese.
Il progetto, di durata biennale, ha riunito Tera Seeds, (Capofila del progetto), realtà sementiera di Gambettola specializzata nella ricerca, miglioramento genetico e riproduzione delle sementi che negli ultimi anni ha introdotto varietà innovative e apprezzate come Syraz, Cartizze, TS500 e Rulander, Ri.Nova, ente di ricerca in ambito delle produzioni vegetali di Cesena, Conserve Italia, azienda leader in Europa nel settore delle conserve ortofrutticole e titolare (tra gli altri) dei marchi Cirio e Valfrutta, e il CREA OF, principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari. Il progetto ha visto anche la partecipazione di Irecoop Emilia-Romagna (ente di formazione di Confcooperative), e di diverse aziende agricole biologiche nel territorio regionale.
“Gli obiettivi del progetto erano ambiziosi e possiamo dire di aver fatto passi importanti nella giusta direzione – commentano Enrico Belfanti, genetista per Tera Seeds e Stefania Delvecchio, responsabile del progetto per Ri.Nova -: siamo partiti cercando di consegnare all’industria di trasformazione un pomodoro buono, salubre, adatto alla produzione biologica, che garantisse buone rese produttive e che fosse resistente alle due grandi avversità fungine: peronospora e alternaria. Siamo partiti da un pool di 20 varietà, per analizzare un panorama ampio e variegato,e, attraverso la collaborazione di 5 aziende agricole che operano in regime biologico, le abbiamo sottoposte a un vaglio agronomico, per valutarne la produttività in regime di agricoltura biologica, ne abbiamo studiato la resistenza ai patogeni e li abbiamo analizzati da un punto di vista qualitativo sia sul fronte organolettico che delle performance in caso di trasformazione in succhi, cubetti e salse. Incrociando tutti i dati sono emerse 4 varietà che hanno dato indicatori positivi a tutti i livelli: Cartizze e Milbech, resistenti alla peronospora, Mascali, resistente all’alternaria, e 20T6406 che ha ben performato contro entrambe le avversità”.