Il piccolo Nicola trovato vivo, da Faenza grande mobilitazione

faenza. E’ stato ritrovato vivo ieri mattina il piccolo Nicola Tanturli, 2 anni il prossimo 28 settembre, scomparso nella notte tra lunedì e martedì da una casa isolata in località Campanara, dove vive con i genitori e il fratellino di 4 anni. A sentire i suoi lamenti provenire da una scarpata, ad oltre tre chilometri da casa, è stato un giornalista di Rai 1 (Giuseppe Di Tommaso, “La vita in diretta”) sul posto con una troupe per seguire il caso: «Chiamava mamma».

Ha avvisato i carabinieri che hanno subito recuperato il piccolo. Un militare si è calato giù, lo ha preso in braccio e lo ha portato in salvo: «Mi si è subito aggrappato al collo» ha riferito il militare. Le sue condizioni sono buone: è stato comunque condotto, accompagnato dalla mamma, all’ospedale Mayer di Firenze per accertamenti, viste le due notti trascorse tra i boschi, in una zona particolarmente impervia, ricca di vegetazione e pericoli, con animali come lupi, cinghiali, tassi.

Imponente macchina dei soccorsi

«Siamo felici dell’esito positivo per lui e per la sua famiglia», ha rimarcato la prefetta di Firenze, Alessandra Guidi, ringraziando gli operatori impegnati nelle ricerche. Fino a quel momento l’imponente macchina dei soccorsi non aveva dato alcun esito. Si erano mossi in centinaia tra forze dell’ordine, protezione civile, soccorso alpino, sommozzatori, volontari, con ogni mezzo disponibile (elicotteri, droni ad infrarossi, cani molecolari), senza interruzione. Vasta mobilitazione anche da Faenza: uomini e mezzi hanno partecipato sin da subito alle operazioni di ricerca.

Martedì sera è intervenuta perfino l’Aeronautica, impiegando tecnologie militari, ovvero l’elicottero HH-139B, decollato dalla base di Cervia, dotato di una sofisticata telecamera termica, fondamentale nella ricerca e soccorso di dispersi in ambienti impervi o in scarse condizioni di luce.

La vicenda

Per ricostruire la vicenda occorre risalire a lunedì pomeriggio, quando Nicola cade e si procura una ferita non grave: piange e viene medicato dalla mamma, Giuseppina. Poi verso le 19 viene messo letto e si addormenta. La porta viene lasciata aperta. Le giornate sono lunghe e il lavoro al casolare prosegue: c’è l’orto da accudire, gli animali nella stalla a cui pensa il padre Leonardo.

Solo verso mezzanotte, dopo aver cenato, i genitori entrano nella stanza di Nicola e si accorgono che il letto è vuoto. Sono momenti febbrili: lo cercano autonomamente tutta notte. Solo al mattino allertano il 115 e si recano in caserma a Palazzuolo a sporgere denuncia. Scattano le ricerche.

Tra i primi a muoversi, ci sono le famiglie dell’Ecovillaggio, il nucleo abitato più vicino al luogo della scomparsa, dove ci si dedica a coltivazioni biologiche e all’agriturismo. Al casolare arriva anche la scientifica. Si fanno ipotesi senza escludere nulla, comprese altre cause fuori dall’allontanamento volontario. Si pensa anche se qualcuno possa essere entrato mentre i genitori erano fuori.

Emerge però che il piccolo soffriva di sonnambulismo, e che almeno in un’altra occasione si sarebbe allontanato, autonomamente. La scientifica trova tracce di sangue vicino alla casa, ma poi si scopre che sono quelle della ferita procuratasi da Nicola nel pomeriggio. Le ricerche proseguono tra mille difficoltà, come le comunicazioni, possibili solo via radio. Il sindaco Gian Piero Moschetti è preoccupato: «Non abbandoniamo un attimo – riferiva martedì pomeriggio -, stiamo facendo il possibile».

A lui il presidente della Regione Toscana, Giani, ha deciso di assegnare il Pegaso d’oro, un riconoscimento per il lavoro svolto. La svolta ieri mattina quando il giornalista sente quei lamenti nella scarpata lungo la mulattiera che conduce al casolare.

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