Il Paganini di Noferini e D'Antonio a Piangipane

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Ancora un concerto a segnare il ritorno alla normalità post pandemica: è quello che si terrà questa sera alla chiesa parrocchiale di Piangipane per celebrare il passaggio nel piccolo centro romagnolo di uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi: Niccolò Paganini. Perché può apparire strano ai più, ma il prodigioso violinista proprio qui tenne un concerto: era il 1810, l’ultima domenica di settembre, e il musicista ventottenne era già molto conosciuto in Italia dove diverse città o corti ne avevano apprezzato le doti straordinarie, ma ancora non aveva conquistato quell’alone di mistero e leggenda che ne avrebbe caratterizzato la figura nell’ultima parte della vita e per gli anni a venire. Insomma, in quello scorcio di settembre di oltre due secoli fa egli si trovò a esibirsi mnella villa detta «la Camera», e a ricordare quell’evento, dal 2005, l’Associazione musicale Angelo Mariani, su iniziativa del socio Tullio Bassi, dà vita a un concerto che di anno in anno ha ospitato musicisti di grande talento.

Come quelli a cui è affidata la serata di oggi, ovvero il duo composto da Roberto Noferini al violino e Donato D’Antonio alla chitarra. Due interpreti di indubbia esperienza: entrambi impegnati in avventure solistiche e in contesti importanti che alla già ricca attività fin dal 2007 hanno unito i loro strumenti distillando il meglio del repertorio per violino e chitarra, esibendosi più volte in concerto, tra festival e rassegne, nonché per emittenti radiofoniche come Rai Radio Tre o il secondo canale della Radio della Svizzera italiana. Entrambi attivi pure nell’ambito didattico (se Noferini è docente al Conservatorio di Pesaro, D’Antonio lo è al Liceo musicale di Forlì, mentre i loro corsi si possono seguire anche alla faentina Scuola di musica Sarti), insieme portano avanti un lavoro di ricerca interpretativa che li ha condotti, lo scorso anno, all’incisione di un cd, dedicato proprio a Paganini e significativamente intitolato “Quanti capricci”.

Del resto, se il grande compositore è celebre soprattutto per le arditezze violinistiche, non va dimenticato che egli dedicò parte del suo talento anche alla chitarra, strumento che suonava da virtuoso e al quale riservò molti brani, e che nelle pagine pensate per l’incontro tra i due, riuscì a portare al limite estremo le caratteristiche tecniche ed espressive di entrambi, fondendo l’impeto virtuosistico con la cantabilità “teatrale” che dominava il secolo romantico.

Da quel cd paganiniano, i due musicisti trarranno alcune Sonate, la prima e la quarta dall’op. 3 e la Sonata concertante, spaziando poi verso altri autori come Jacques Ibert, con “Entr’acte”, poi Arcangelo Corelli con la Sonata in mi minore op. 5 n. 3 e, approdando al Novecento, Béla Bartók con le “Danze rumene”, infine Piazzolla con “Histoire du tango”.

Il concerto inizia alle 21, ingresso a offerta libera.

Info: 0544 39837

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