Il "no green pass" non sfonda: la Romagna presente al lavoro

La Romagna non si ferma. «Green pass e campagna vaccinale non si possono mettere in discussione» ha detto qualche giorno fa il governatore Stefano Bonaccini, “forte” della copertura vaccinale completa all’84% sul territoriale regionale, che punta a raggiungere «il 90% entro il mese». E in Romagna i “no green pass” e la protesta delle piazze non sfondano, pochi i lavoratori che non si sono presentati nelle aziende e negli uffici. E proprio ieri è stato rintracciato e denunciato dai carabinieri il 37enne ravennate autore degli imbrattamenti e danneggiamenti di hub vaccinali, farmacie, istituti scolastici e sedi sindacali, avvenuti nelle ultime settimane nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena.

Le imprese

«Una piccola minoranza non deve influire sull’attività dell’azienda» commenta Patrizio Neri, imprenditore cesenate che afferma di essere «intransigente, chi non ha green pass sta a casa». Dalla platea di imprenditori romagnoli, riuniti ieri al Grand Hotel per il forum sull’economia locale, si leva un coro unico: nessun problema nelle aziende. Persino al porto di Ravenna nessun blocco per assenza di lavoratori, nonostante il mondo dei portuali italiani sia in grande stato di agitazione. «Non condividiamo la battaglia che stanno conducendo i colleghi di Trieste che si oppongono al green pass, e di certo non li prendiamo a modello in questa loro convinzione» ha detto Luca Grilli, presidente Ancip, l’associazione che riunisce le cooperative del settore. Il disagio maggiore è stata, in mattinata, la fila in zona petrolchimico per il controllo del green pass ai camionisti, fila di camion che ha avuto ovviamente ripercussioni sul traffico. Nel Circondario imolese il presidente della delegazione imolese di Confindustria Emilia, Marco Gasparri, conferma «alcuni allontanamenti forzati» dalle sedi aziendali. «Si è trattato di dipendenti sprovvisti della certificazione ma intenzionati comunque a entrare in azienda, una decina di casi in tutto».

Comuni e Regione

Il caso più eclatante in Romagna a Forlì dove in Comune sei dipendenti sono rimasti a casa perché sprovvisti di green pass, mentre un dipendente è stato allontanato perchè non lo aveva. «Si tratta ovviamente di un dato non definitivo – spiega in una nota il Comune – e che prescinde dal numero complessivo delle assenze, che contempla le ordinarie casistiche come ferie, permessi e malattie. Per completezza di informazione si fa presente che il numero completo dei dipendenti del Comune di Forlì è di 608 unità». Mentre in Comune a Rimini un solo dipendente non si è presentato, avendo già comunicato la sua intenzione di non sottoporsi all’obbligo green pass. Negli uffici comunali di Cesenatico assenze in proporzione più numerose che a Cesena, dove è però arrivata una lettera di un avvocato che tutela un agente di polizia locale che rivendica il diritto di prestare servizio senza essere munito del “certificato verde”. Nessuna criticità negli altri Comuni romagnoli dove i controlli sono avvenuti sia a campione che diretti. Stessa cosa in Regione: dai 537 controlli effettuati, pari al 40% dei presenti, nessuno è risultato sprovvisto del certificato verde.

Le piazze “no green pass”

A Ravenna la protesta contro l’obbligo di certificato verde al lavoro non riempie piazza del Popolo dove si sono radunate circa 500 persone, manifestando per i «diritti violati, perché non siamo codici a barre e non siamo d’accordo che si debba esibire un certificato per poter lavorare». A Rimini un migliaio di manifestanti hanno animato piazza Cavour a Rimini per esprimere il loro dissenso contro il green pass. Una protesta di quasi cento manifestanti che si sono radunati nel piazzale davanti all’Ipercoop “Lungosavio” di Cesena è stata ieri pomeriggio il segno più visibile del dissenso contro il green pass. Numericamente più ridotti e molto composti, senza neppure particolari slogan, i capannelli di alcuni lavoratori che hanno stazionato di mattina davanti agli ingressi di diverse aziende.

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