Il monastero fondato da Padre Orfeo donato dalla Diocesi di Cesena al Mozambico

Cesena

Due domeniche fa la Diocesi di Cesena-Sarsina ha celebrato la festa del patrono S. Mauro.
Seppur in ritardo, è giunto in città anche il Vescovo mozambicano Ignacio Lucas Mwita, arrivato a Cesena anche per ringraziare i nuovi responsabili laici della Piccola Famiglia della Resurrezione e la Diocesi.
La presidente Graziella Batani e l’economo Pierangelo Buda, fratello dell’attuale superiore Lorenzo Buda, a nome della Piccola famiglia della resurrezione ed in accordo col vescovo Douglas Regattieri hanno infatti donato alla Diocesi mozambicana di Guruè il Monastero fondato da padre Orfeo Suzzi al monte Rurupi e chiuso dal 2020 al tempo del commissariamento della PFR.
Al momento invece non sarebbe ancora del tutto chiara la situazione riguardante il Monastero femminile di Quelimane, sempre in Mozambico e sempre fondato dalla Piccola Famiglia della Resurrezione e da Padre Orfeo.
C’è chi suppone sia stato venduto.


Si conclude così un pezzo importante di presenza missionaria della diocesi di Cesena-Sarsina in Mozambico, uno dei paesi più poveri al mondo.
Tra i sacerdoti cesenati presenti e attenti a questo territorio ricordiamo don Tarcisio De Giovanni (1931 – 2021).
Il sacerdote, cappellano a Carpineta dal 1962 al 1972, nel 1973 raggiunse in missione in Mozambico padre Primo Ricci e vi rimase stabilmente fino al 1997.
Il territorio, pieno di risorse, era sfruttato da secoli dalla colonizzazione e vi proseguiva una vera e propria tratta di uomini e donne, venduti come schiavi in Europa ed in America.
La guerra civile che ha insanguinato il paese dal 1975 al 1992 ha inflitto poi ulteriori sofferenze alle persone.
Don Tarcisio è colpito in particolare dalle sofferenze dei giovani, cerca di radunarli anche dal Malawi e di preparare prospettive di studio e di lavoro.
Per questo dal 1990 comincia a chiamare con insistenza padre Orfeo Suzzi, responsabile della Piccola Famiglia della Resurrezione di Valleripa, che aveva conosciuto a Carpineta.
Padre Orfeo, nel 1972, era andato a Gerico, in Palestina, con Dossetti ed altri tre monaci della Piccola Famiglia dell’Annunziata, e dopo aver fondato la Piccola Famiglia della Resurrezione erano stati fondati altri monasteri e missioni in giro per il mondo.
Don Tarcisio e Padre Orfeo trovano un posto adatto sul monte Rurupi, dal quale scaturisce una ricca sorgente.
Padre Orfeo acquista il terreno, tre colline una accanto all’altra, e lì fonda un monastero, un villaggio, una chiesa, un dispensario; si costruisce un ponte dove prima persone e bambini passavano su di un tronco.
Nel 1997 inizia in modo stabile la vita comunitaria, in accordo con i vescovi locali, in due Monasteri, uno maschile al Rurupi e uno femminile nella zona delle Palme a Quelimane.
Molti giovani e molti volontari europei offrono il loro contributo, di presenza, di lavoro, ed economico, come l’associazione “i Gabbiani di Bergamo” o la ditta Trevi.
Con la donazione e/o la vendita delle missioni, dopo il commissariamento della Piccola Famiglia della Risurrezione e la chiusura del 2019/2020, si conclude la storia di una presenza ultracinquantennale della diocesi di Cesena in una terra martoriata come quella del Mozambico.

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