Il meccanico: "Parco auto vecchio. Le macchine nuove arrivano dopo un anno"

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È un parco auto vecchio, decisamente logoro, quello emiliano romagnolo. Una riserva mezzi la cui età media, secondo Mirco Marmanelli, meccanico riccionese tra i più noti della Riviera, supera, addirittura, i dieci anni. «Per la precisione 12 – precisa Marmanelli -, come ci è stato spiegato un paio di giorni fa, durante un convegno. Tendenza peraltro peggiorata rispetto al dato pre-pandemico, quando l’età media del parco auto circolante in Romagna si attestava sui 9, 10 anni». Motivi economici? Crisi occupazionale? Prezzi delle auto nuove insostenibili? Niente di tutto questo. Alla base c’è un motivo diverso, slegato dai risvolti sociali: la carenza di materie prime. Un problema che sta provocando il rallentamento, se non, in alcuni casi, addirittura, il blocco del settore.
Spiega Marmanelli: «Il problema è che le auto nuove non arrivano celermente. Le ordini oggi? Te le consegnano tra un anno, anche un anno e mezzo. Per cui chi è intenzionato all’acquisto si scoraggia e ripiega sull’usato garantito, che, però, sta iniziando a scarseggiare anche lui, oppure, ancora di più, sulla manutenzione preventiva». Ovvero, sul ricorso del meccanico libero da forzature, fortemente condizionato, cioè, da rotture o guasti. Conferma il professionista riccionese: «Quello che accadeva durante la crisi del 2009-2010, quando non girava un euro e la gente era costretta a tirare la cinghia e a tenersi l’auto vecchia, senza ricorrere al meccanico, se non per motivi urgenti e gravi, adesso non succede. Oggi, vista l’impossibilità di ricevere l’auto nuova in tempi rapidi, i riminesi preferiscono venire da noi con più frequenza. Spendendoci anche dei bei soldini».
Ma se la scarsità di componentistica sta incidendo sul mercato del nuovo, questo non si avverte nel settore delle riparazioni. «I pezzi di ricambio li abbiamo e arrivano anche con normalità – sottolinea Marmanelli -. Evidentemente le case costruttrici, davanti a tempi di consegna del nuovo così lunghi, preferiscono, almeno, soddisfare il mercato della manutenzione. Gli stessi chip per i computer dei veicoli, che scarseggiano per questa diffusa mancanza di materie prime, semiconduttori come il silicio, ad esempio, per le riparazioni si trovano. Io, almeno, non ho difficoltà».
E questo per le auto termiche (benzina, diesel, metano). Qual è, invece, la situazione delle elettriche? «Per le auto a batteria – conclude il meccanico riccionese – c’è da fare un discorso a parte. Non presentano difetti, questo va detto, ed essendo di nuova generazione hanno meno anni di percorrenza e, quindi, meno logoramento. Però hanno un problema di non poco conto: i consumi. Perché se c’è convenienza, rispetto alle vetture termiche, nella guida cittadina, la stessa cosa non si può dire per quella extraurbana e in autostrada. In primis, perché le batterie si scaricano più rapidamente pigiando sull’acceleratore: più veloce vado, meno durano. Anche in salita è così: maggiore potenza sprigiono, più si abbassa il livello di carica. E poi perché mi costringono a più fermate nei distributori degli autogrill per la ricarica. Insomma, ancora una reale convenienza rispetto al motore termico non c’è».

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