Il killer di Faenza: "Ilenia mi diceva basta, ma ormai non potevo fermarmi"

Faenza

Dice di essere stato picchiato da piccolo, frustato, e di aver visto maltrattare la madre. Per questo rivela di disprezzare chi picchia le donne, quasi “dimenticando” di averne uccisa una in cambio di soldi. Pierluigi Barbieri racconta la separazione burrascosa con l’ex moglie, l’incidente stradale che lo ha mandato in coma e le visite al centro di salute mentale chiedendo «di essere rinchiuso, perché sapevo che andavo a fare una c.». Sono i traumi che sostiene di avere vissuto, prima di diventare il killer di Ilenia Fabbri. Il 53enne reggiano sa che potrebbero valergli la perizia psichiatrica sulla quale ancora la Corte d’assise deve pronunciarsi. Immagina, probabilmente, che una possibile infermità mentale, anche parziale, aprirebbe la strada a una pena alternativa all’ergastolo. Ecco allora che il sicario reo confesso dell’omicidio della 46enne faentina, risponde alle domande con dovizia di particolari sul suo passato feroce: si dichiara colpevole, ma accusa il coimputato, Claudio Nanni, ex marito della vittima, di avere fatto leva sul suo trascorso, e arricchisce il racconto con una costellazione di riferimenti a una vita da “educazione Siberiana”.

«Odio chi maltratta le donne»

Nell’aula della corte d’assise cala il gelo quando l’assassino reo confesso dichiara: «Se avessi saputo che il signor Nanni aveva messo le mani addosso a Ilenia non avrei fatto quel che ho fatto, perché io odio le persone che maltrattando le donne». Spiega perché: «Dai 6 ai 17 anni ho visto mia madre maltrattata, mentre io venivo frustato dall’uomo che era diventato il suo amante». Una vita stravolta, a suo dire, dal tradimento della mamma, che portò «il signor Barbieri, l’uomo che mi ha dato il cognome» a «cacciarci di casa con una doppietta puntata addosso».

Perché allora assecondare le presunte richieste di Nanni, di eliminare la moglie? Si era immedesimato nelle sue controversie coniugali, per come raccontategli dal meccanico 55enne. «Lui sapeva tutto ciò che era capitato a me: sono stato tradito, truffato, dalla mia ex, mi aveva detto che Ilenia aveva rubato soldi a suo padre, era disperato. Rivivevo quello che avevo passato io».

L’incidente stradale

Nella documentazione sanitaria del 53enne, depositata dagli avvocati Marco Gramiacci e Simone Balzani per chiedere la perizia psichiatrica, è riportato anche l’incidente subito il 21 luglio del 2016. Viene annotato pure il disturbo diagnosticato, «dovrei essere borderline cluster b», continua Barbieri rivolgendosi al presidente della corte, Michele Leoni. «A volte ho scatti d’umore, sento la voglia di spaccare qualcosa, lo so che non va bene, ma in quel mentre non penso alle conseguenze».

Il killer ne avrebbe parlato con una psichiatra del Centro di salute mentale, perché «mi spaventavano le mie reazioni, ma mi disse che non ero schizofrenico». Non è il caso della spedizione punitiva a Predappio del febbraio 2020 per spaccare le ossa a un disabile, in seguito alla quale è stato arrestato nell’aprile di quell’anno rimanendo in carcere fino ad agosto. «Odio i truffatori - si giustifica ritenendo di essere stato ingiustamente condannato per quel fatto - ero andato a riprendere i miei soldi». E’ piuttosto la stessa incapacità di controllarsi che dice di avere provato mentre, la mattina del 6 febbraio 2021, massacrava Ilenia, sotto l’effetto di alcol e cocaina. «Mi diceva “no, basta”, ma ormai ero partito», spiega raccontando di non essersi fermato nemmeno quando la donna lo implorava di smetterla. In quel momento «avevo la voce di Nanni nella testa che mi martellava, “mi raccomando, non deve uscire viva”». E così ha preso il coltello per essere sicuro di non tradire la parola data: «L’ho usato, anche se lei ormai era morta».

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