Il kiler di Ilenia condannato per il pestaggio di un disabile a Predappio

Faenza

È stata confermata dalla corte d’appello di Bologna la condanna a 5 anni e 4 mesi per Pierluigi Barbieri, già condannato all’ergastolo a gennaio per l’omicidio di Ilenia Fabbri, avvenuto nel febbraio 2021 a Faenza e commissionato - stando alla sentenza di primo grado - dell’ex marito della vittima, Claudio Nanni: l’uomo, assistito dall’avvocato Simone Balzani, aveva fatto ricorso contro la sentenza emessa con rito abbreviato dal Gup di Forlì all’inizio dell’anno scorso, quando era stato riconosciuto colpevole di rapina, estorsione e lesioni ai danni di un disabile 52enne residente a Predappio. I fatti oggetto di giudizio si erano verificati il 17 febbraio del 2020 e ruotavano intorno a quella che è stata definita dall’accusa come una vera e propria spedizione punitiva: Barbieri, insieme ad altri tre complici, si era recato a nel Forlivese, nell’abitazione del 52enne, e qui lo aveva pestato, utilizzando anche un manganello e procurandogli traumi a una mano e al costato.

Ma cosa aveva suscitato tale esplosione di violenza? Secondo l’impianto accusatorio che era stato messo in piedi dalla Procura di Forlì, il disabile avrebbe dato il proprio assenso a partecipare ad un furto di materiale ferroso per l’edilizia, da trasportare in camion da Marghera a Ravenna, e per questo motivo avrebbe ricevuto un anticipo di 500 euro. L’uomo, però, si sarebbe tirato indietro all’ultimo, mandando all’aria il piano e suscitando la reazione del gruppo che, recatosi a Predappio, avrebbe così ripreso con la forza quello che riteneva gli spettasse. Barbieri era stato indicato dalla Procura forlivese proprio quale “picchiatore” della banda, e per questo gli era stata comminata la pena più severa, mentre per gli altri tre complici, tutti ravennati, la sentenza del Gup era stata di condanna a una pena di 3 anni e 4 mesi. Tra loro c’era anche un avvocato penalista. In ragione delle richieste che erano state presentate in sede di udienza preliminare, la vicenda processuale per gli altri imputati ha seguito un altro corso e ora, dopo la conferma anche in appello, attendono l’udienza di Cassazione. Uno dei membri del gruppo è invece deceduto nel frattempo.

Barbieri, però, ha sempre sostenuto di essersi ripreso quanto gli spettava, perché quei 500 euro di anticipo, consegnati direttamente da lui al 52enne di Predappio, li aveva messi di tasca propria, e non per coinvolgere l’uomo in un furto, ma per una innocua compravendita di materiale: di qui la richiesta formulata dall’avvocato difensore Balzani di derubricare il capo di imputazione a “esercizio arbitrario delle proprie ragioni con la violenza”. Una richiesta che però non è stata accolta dalla corte d’appello: tra 75 giorni le motivazioni della sentenza.

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