Inizialmente si era parlato di una ulteriore stretta, introducendo l’obbligo di una sorta di green pass ultra: si poteva entrare in discoteca solo con il booster fatto o con un tampone negativo. Poi invece è arriva la stretta definitiva: le discoteche dovranno restare chiuse. Il presidente del Silb, il sindacato che rappresenta i gestori dei locali da ballo, Gianni Indino, la prende malissimo. Parla di “provvedimento che causerà la fine del settore”. E chiede una immediata moratoria per il Capodanno. “Il settore delle discoteche è destinato alla fine: era appena ripartito e viene ingiustamente costretto a fermarsi di nuovo. I nostri dipendenti perdono il lavoro e non riusciremo più a convincerli a tornare nelle nostre aziende”.

Poi c’è il capitolo Capodanno, che rappresenta una parte molto importante del fatturato annuale. “Penso a tutti i locali ma in particolare ad attività come il Cocoricò che avevano ingaggiato artisti di grande fama e ora dovranno anche restituire le prevendite incassate. Penso ai locali che hanno anche il ristorante e avevano già investito in personale e materie prime. Chiediamo al Governo di concederci di restare aperti almeno a Capodanno poi dal 2 gennaio ci potremo confrontare: non saranno due giorni in più o in meno di stop a modificare l’andamento della pandemia”. Durissimo Indino nei confronti del ministro alla Salute Roberto Speranza. “Ha detto che chiude le discoteche per ridurre i contagi? Totò gli risponderebbe con <ma mi faccia il piacere!>. Servirà soltanto a fare dilagare l’abusivismo delle feste e con queste anche eventualmente del contagio. Sono contento che la quasi totalità delle discoteche potrà restare aperta ma non capisco proprio le ragioni dell’accanimento nei confronti dei locali da ballo”.