Il futuro di Cesena in 6 aggettivi e piano contro la fame di case

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La Cesena di domani si può descrivere con sei aggettivi: grande, preparata, interconnessa, accogliente, verde e nuova. Sono le parole chiave sviscerate ieri dal sindaco Enzo Lattuca durante un incontro organizzato ieridal Pd al Teatro Verdi, davanti a 200 ascoltatori, per raccontare quanto fatto e soprattutto quanto sta per prendere forma. Ma non è stata una auto-celebrazione. C’è stata l’ammissione di «un grande punto debole»: l’emergenza abitativa, contro cui si sta per lanciare un piano di azioni. «Mancano case da affittare - ha detto il primo cittadino - È questo il vero tema cruciale di Cesena, ancora più grave del caro energia, anche perché impedisce di fare venire qui da fuori i lavoratori che servono alle imprese. Non vorrei dover emettere ordinanze come fece La Pira 70 anni fa requisendo case per gli sfollati, ma la situazione è intollerabile, con ben 50 sfratti in corso. Noi vogliamo stare dalla parte di chi ha bisogno di una casa, non degli interessi dei multiproprietari che non vogliono affittare». Come fare, in concreto? «Nel quartiere Novello sorgeranno presto 100 alloggi e 80 di questi saranno destinati all’affitto a lungo termine a canone calmierato, poi ne seguiranno 120 e anche in questo caso solo 30 saranno in vendita, mentre gli altri verranno dati in locazione alle fasce sociali in difficoltà. Poi ci sono 40 case popolari vuote, perché necessitano di manutenzioni da meno di 10.000 euro l’una: abbiamo detto ad Acer che vogliamo che in primavera siano disponibili per assegnarle. Faremo inoltre bandi per l’edilizia residenziale sociale e confidiamo che le imprese si facciano avanti. Potenzieremo anche la Fondazione per l’affitto, che già ora fa intermediazione per 150 alloggi per vincere le resistenze che ci sono ad affittare. Chiediamo che anche le imprese facciano la loro parte, istituendo una “garanzia casa” per i loro dipendenti, così da convincere i proprietari scettici a dare in locazione le loro abitazioni. Infine, azzereremo l’Imu per tre anni a chi non ha mai affittato quelle 3.000 case sfitte di cui si parla da anni, che più che sfitte sono abbandonate e bisogna che almeno in parte vengano affittate a chi ne ha necessità».

Un fiume di progetti

Lattuca ha presentato una miriade di progetti, con slide che anticipano i grandi cambiamenti della città dietro l’angolo, grazie ai tanti fondi europei del Pnrr. Ha insistito soprattutto sulle scuole, a partire dalla nuova media “Frank” da 12 milioni, che «sarà la più costosa opera di edilizia scolastica degli ultimi cent’anni». Sulle infrastrutture ha elencato parecchie sfide: «Anas sta spendendo 500 milioni per sistemare il tratto romagnolo della E45, che finalmente fra tre anni sarà un collegamento moderno. Poi si realizzerà il Lotto Zero della Secante che connesso con la circonvallazione di Forlì ridurrà di 10 minuti i tempi di percorrenza da Cesena a Forlì. L’alta velocità ferroviaria permetterà di fare viaggiare a 200 km/h tutti i treni, magari con un binario dedicato e addirittura un’apposita stazione della Romagna proprio per all’alta velocità. Realizzeremo un ulteriore bacino idrico, come fu fatto con Ridracoli, ma più piccolo. Entro il 2026 porteremo la fibra per collegamenti veloci a internet a 13.000 civici che ne sono sprovvisti, iniziando con Ponte Pietra».

È solo qualche goccia del fiume in piena di interventi illustrati dal sindaco, dopo che Filippo Rossini e Lorenzo Plumari, rispettivamente capogruppo consiliare e segretario del Pd, avevano introdotto l’incontro, anche con l’ausilio di un video con tre quadretti di vita quotidiana cesenate, riepilogando quando fatto finora: su tutto, l’azzeramento delle rette delle materne e la riduzione di quelle dei nidi, impegnando oltre 1 milione di fondi comunali a favore di 2.000 famiglie. Poi avevano messo l’accento sui principi più classici della sinistra: coesione, equità, partecipazione democratica, concertazione, giustizia sociale, vicinanza alle persone, a partire dalle più fragili, perché «non può esserci sviluppo economico senza progresso sociale».

Bonaccini tech ma con due sos

Ha chiuso l'incontro Stefano Bonaccini, che ha focalizzato il suo intervento sul progresso tecnologico e scientifico, sulle ali dell’entusiasmo del super computer quarto al mondo per potenza di calcolo appena inaugurato a Bologna e del viaggio fatto nei giorni scorsi in California, assieme a 10 start-up innovative, tre delle quali romagnole. Ha insistitopoi sull’importanza delle imprese e dei giovani talenti, per i quali sta per essere varata una legge regionale con incentivi per trattenere quelli “di casa” e attirarne da fuori. Maha anche richiamativalori antichi ed eterni della sinistra, come la convinzione che la sanità e l’istruzione pubblica siano diritti inalienabili da garantire a tutti.Ha peròspiazzato chi si aspettava che la candidatura appena annunciata nella contesa per la segreteria del Pd nazionale sarebbe entrata a far parte del suo discorso. Neppure mezza parola su quell’aspetto e invece tante, piene di orgoglio, per la regione che guida.
Non sono mancati comunque un paio di allarmi. Uno sul fronte sanitario: «Avremo 250 milioni di di euro in più da pagare per le bollette degli ospedali e delle 130 case della salute dell'Emilia-Romagna: servono risorse da Roma, perché non si può penalizzare chi, come noi, offre più sanità pubblica». Altro sos sul Pnrr: «La nostra Regione ha già ricevuto 5,2 miliardi e possiamo arrivare a 7-8 in un paio di anni. Il governo non pensi di modificare il Pnrr, altrimenti salterà tutto, perché non si riusciranno a rispettare le scadenze fissate».

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