Il dono e il regalo, l’emozione nel dare e nel ricevere

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Costosi, simbolici, pensati ad hoc per la persona, meditati da mesi e comprati tanto tempo prima: fare e ricevere regali, soprattutto i regali di Natale, genera emozioni diversissime tra le persone e può diventare un divertimento, ma anche fonte di stress e nervosismo: «Ciò che caratterizza il donare è la capacità di provare gratitudine – spiega Giselle Cavallari, psicologa e psicoterapeuta attiva sul ravennate -. Dare e ricevere in maniera incondizionata, senza che l’atto in sé veicoli altri significati, rappresenta un gesto d’amore e di affetto che provoca tante vibrazioni positive. Proprio come diceva la psicoanalista Melanie Klein, quando il bambino riesce a superare l’invidia per il latte e il seno materno, raggiunge una condizione di gratitudine che gli consente di goderne a pieno. Anche noi quando riusciamo a lasciarci andare e a far fluire le emozioni possiamo gioire di un atto così semplice, ma al tempo stesso significativo».

C’è differenza tra dono e regalo: «Il regalo è qualcosa di più materiale, è un oggetto con un valore che implica un riconoscimento. Il dono, invece, trasforma il significato dell’oggetto, ha un valore simbolico e affettivo, rappresenta un tramite per veicolare affetto e vicinanza. Il dono crea reciprocità, è uno scambio alla pari, anche se l’altro non contraccambia con qualcos’altro, perché parte dal cuore, si sarebbe fatto in ogni caso.

Sono tante le occasioni e le ricorrenze per fare un regalo: «A non tutti piace fare regali e tantomeno riceverli. Spesso i sentimenti che accompagnano questi momenti sono frustrazione, irrequietezza, fastidio, seccatura, addirittura stress. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che ci si senta obbligati, e si vive il regalo come un dovere. Il dono, invece, lo si dà con piacere, è un modo per sentirsi connessi, in relazione con l’altro.

I regali possono assumere varie funzioni: «Altre volte i regali sono fatti per controllare, per accattivarsi una simpatia, per conquistare qualcosa, per obbligo, spinti dal senso del dovere: sono soprattutto le personalità con tratti ossessivi a soffrine di più. Talvolta rinunciano a farlo, perché vorrebbero trovare il regalo perfetto. In tutti questi casi, fare i regali perde di significato. Spesso la società consumistica nella quale viviamo, centrata sull’Io, induce a comprare qualcosa che possa affermare uno status quo. Si tratta di regali egoici che a volte vengono fatti anche a sé stessi per compensare un disagio».

Diventa fondamentale ritrovare il piacere del donare: «Quando ci si sente in difficoltà rispetto al donare e al ricevere significa che ci sono alcune emozioni che sono bloccate e bisogna lasciarle fluire, saranno loro a parlarci delle relazioni e del nostro modo di rapportarci agli altri. Ritrovare lo spirito del donare equivale a imparare a godere e a far godere, perché il dono dà valore e riconoscimento alla relazione».

Non necessariamente il donare si presenta sotto forma di oggetto: «Esiste una vibrazione del dono che si chiama gratitudine e generosità. Si tratta della capacità di vivere e di trasmettere al contempo esperienze emotive positive. Si dona attraverso il volontariato, un gesto di altruismo, un sorriso. Studi scientifici hanno dimostrato che in fondo è proprio l’altruismo che si collega alla felicità. Fa bene alla salute far bene all’altro, aumenta il benessere, diminuisce lo stress e l’ansia, riducendo i livelli di tensione del sistema nervoso. Questo modo di dare e di ricevere costruisce un senso di appartenenza, di comunità, infonde ottimismo, crea un clima emotivo che ha un effetto significativo sulla qualità di vita, promuovendo un senso di unità e di fiducia. Dare e ricevere senza aspettarsi nulla in cambio innesca atteggiamenti simili negli altri, creando quindi un cambiamento duraturo, perché chi dona con amore trasmette una vibrazione positiva, una sensazione che l’altro si porterà con sé».

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