Il Covid non arresta il riciclo degli imballaggi

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Il Covid non ha spento la voglia di riciclare gli imballaggi. In Emilia-Romagna, durante il primo semestre del 2020, quando la pandemia ha iniziato a creare, anche in Regione, le prime zone rosse, è stata comunque premiata la linea verde del riciclo. Quelli che sono stati inviati in modo differenziato al Conai, il Consorzio nazionale degli imballaggi, sono infatti aumentati. I cittadini della Regione hanno conferito in modo differenziato più di 243.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio. Una crescita di oltre sei punti percentuali (+6,2%) rispetto alle 229.000 conferite nel primo semestre del 2019. Sul valore pro-capite, tra gennaio e giugno 2020 gli emiliani e i romagnoli hanno conferito allo stesso Conai una media di quasi 56 kg di rifiuti di imballaggio a testa. Un quantitativo che vede un virtuoso segno più nel corso dei primi sei mesi del 2019 ogni cittadino dell’Emilia-Romagna aveva conferito una media di circa 52 kg. Il Conai rileva come nel corso del primo semestre del 2020 ogni abitante della Regione abbia differenziato in media 2,2 kg di acciaio, 0,2 kg di alluminio, 14,9 kg di carta, 5,1 kg di legno, 12,4 kg di plastica, e più di 21 kg di vetro. «Anche durante i mesi dell’esplosione dell’emergenza, i ritiri dei rifiuti di imballaggio da raccolta urbana non si sono mai interrotti», spiega Luca Piatto, responsabile dei rapporti con il territorio del Consorzio. «Anzi - spiega - hanno continuato a crescere: segno che la raccolta differenziata è ormai radicata fra le nostre abitudini. Si tratta di un fenomeno legato anche all’aumento degli acquisti di prodotti imballati nei comparti dell’alimentare, della farmaceutica e della detergenza. Non solo nella regione Emilia-Romagna, che continua a mettere a segno risultati incoraggianti, ma anche in tutto il Paese».

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