In una nota, il comitato “Viviamo la Valle Uso” ribadisce la propria contrarietà alla nuova discarica di Gienstreto. “E via con la quarta discarica nella Valle dell’Uso!
A Ginestreto di Sogliano sta per nascere la G3 dopo G1, G2 e G4, quest’ultima aperta solo quattro anni fa. Questa volta però non si sono risparmiati: è di 6 milioni di mc, poco meno delle altre tre messe insieme, per un totale di circa 13 milioni di mc!
Le discariche sono inquinanti e pericolose fino a 40-50 anni dopo il riempimento. Per questo le chiudono ma da noi le aprono!
La G3, come G4, è per i rifiuti cosiddetti speciali non pericolosi che potranno arrivare da qualsiasi regione d’Italia. Ci vorranno 30 anni per riempirla e a conclusione della G4, tra gestione e post-gestione si arriverà alla fine di questo secolo, con produzione ininterrotta di inquinanti (emissioni, percolato ecc.).
La società che costruirà questa discarica e gestisce tutto il polo dei rifiuti di Ginestreto appartiene in sostanza al Comune di Sogliano, quello che dà le autorizzazioni e ottiene i benefici. Mentre per i Comuni e gli abitanti vicini e a valle che ne subiscono tutto l’impatto, le conseguenze e i rischi, come per il passato, nessun indennizzo ambientale.
I numeri sono colossali: vista la precarietà del posto saranno scavati un milione e mezzo mc di terra che saranno trasportati per la maggior parte in una vecchia cava verso la sorgente del fiume Uso. Ci vorranno 3 anni con un fitto via vai giornaliero di camion lungo la Provinciale Uso.
Per scavare e allestire la G3 si spenderanno più di 41 milioni € e quando aprirà saranno conferiti in discarica duecentomila metri cubi di rifiuti all’anno con possibili deroghe, come per le altre tre precedenti, per eventuali emergenze.
Fulminei i tempi di approvazione. La procedura affidata ad Arpae di Forlì è stata carsica al punto che i soglianesi stessi, interpellati qua e là tra i presumibili portatori d’interessi, ne sanno poco o nulla (saranno delucidati il 9 maggio al Teatro Turroni) e nell’unico mese consentito per presentarle, è pervenuta una sola osservazione. Per non dire delle pubbliche rimostranze: al momento solo quella del Presidente della Provincia di Rimini.
L’idea di affidare l’approvazione alla sbrigativa burocrazia forlivese di Arpae e non a quella regionale, facente capo direttamente alla giunta, ha consentito a quest’ultima, per così dire, di non metterci la faccia in modo diretto. Questa quarta discarica nascerà con la naturalezza di un fungo e anche alle proteste dei “nimby”, magari per le pozze nere e maleodoranti nel rio Morsano, affluente dell’Uso su cui le discariche degradano, forse resterà solo il Tar.
Così Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna non sarà forse più costretto a figuracce come per la G4 approvata nel 2016. L’autorizzazione fu annunciata sul Bollettino regionale il giorno dopo la bocciatura del referendum costituzionale di Matteo Renzi, la delibera conteneva errori/orrori, forse voluti, che poi hanno dovuto correggere.
Scrivono i progettisti che con la quarta discarica non cambierà nulla rispetto alla terza, di cui è quasi una copia, salvo le dimensioni quasi il quadruplo. Dicono che le discariche soglianesi non sono nocive, gli impianti sono sicuri.
Che l’impianto di cernita sia bruciato più volte, il compostaggio crollato con la neve e tanti altri “incidenti” sono solo piccoli imprevisti!
Che dopo più di 30 anni non sia stato effettuato nessun screening sanitario mirato e circoscritto agli abitanti vicini e più esposti è un fastidio inutile: i modelli matematici dei progettisti ci rassicurano!
Quindi gli abitanti e i paesi limitrofi “stiano sereni” … per i prossimi 70 anni!”.