Il Cesena suona il gol, attaccare è una esigenza

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Una delle poche partite facili della stagione è servita a scoprire a due giornate dalla fine che anche il Cesena ha un mediano a cui piace tirare in porta e si chiama Jonathan Bumbu. La Reggiana ha avuto una mezzala da gol come Kabashi che ha fatto la differenza, l’Entella ha ottenuto gol importanti da Tenkorang, mentre il Cesena dal centrocampo ha avuto ritmo e furore, ma raramente ha avuto i gol.

Magari è poco attendibile il riscontro di un avversario volenteroso ma inferiore, però il tennis di ieri fa affiorare qualche rimpianto in più. La parentesi di Bianchi dietro le punte è stata una terra arida in zona-gol, quando invece il Cesena ha bisogno di gol per tamponare i problemi della sua porta. Qui si finisce sempre a parlare di portiere, ma è un dato di fatto che il rapporto “tiri concessi/gol incassati” è altissimo e se la gioca con “pallonetti di Hubner/pugni alla panca di Bolchi” e “sostituzioni di Salvetti/laiche invocazioni al cielo di Edmeo Lugaresi”. Il Cesena non ha sicurezze a protezione della porta e fa ancora più rabbia pensando a un pacchetto di difensori di una qualità probabilmente mai vista in Serie C. Il Cesena non ha sicurezze e a questo punto non le avrà più, anche perché il campionato ormai è finito. Di conseguenza, ha bisogno di segnare tanto là davanti per mettersi al riparo dai guai, visto che ai play-off si troveranno avversari di valore che hanno il fastidioso vizio di tirare in porta.

È una sorta di contrappasso per le squadre di Toscano, abituate a vincere il campionato prendendo un gol in meno degli altri. Il Cesena invece dovrà provare a vincere i play-off facendo a gara a chi segna di più: per gli uomini che ha, è l’unica tattica possibile. Se si mette a difendere e l’acqua tracima oltre a quella specie di diga di Ridracoli di nome Prestia, la storia di questa stagione dice che finirà male.

E allora all’attacco senza paura, anche perché la paura vera arriva quando il Cesena si difende. Dopotutto ci sono due attaccanti come Shpendi e Corazza nel pieno del record di gol in carriera e ci sono 17 giocatori che hanno trovato la via della rete. Per non ricordare a vita questo campionato come una storia triste di portieri, l’unica ricetta è stare il più possibile nella metà campo d’attacco. È la strada più difficile, ma è quella che ha scelto la dirigenza. Prepariamoci ad una squadra che sarà obbligata ad aggredire i play-off, scottata da mesi in cui ad ogni punizione dai 20 metri per gli altri, all’allenatore viene quasi voglia di uscire dal campo, mentre il pubblico si copre gli occhi e mormora quello che pensava Edmeo quando usciva Salvetti.

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