Il Cesena, Ferrante e i cugini di castagna

Archivio

Immaginate di essere Alexis Ferrante. Immaginatevi un ottimo attaccante di categoria (lautamente pagato) preso per fare cose importanti in una squadra che vuole vincere il campionato. Immaginate di essere lo stesso centravanti che in 31 presenze e 1379 minuti di stagione regolare segna 2 gol, praticamente uno ad ogni eclissi lunare. Immaginate di ritrovarvi con l’umore di quel genio che la scorsa settimana era talmente avvilito che ha chiamato Radio Rai dicendo: “Vorrei cambiare me stesso, ma non trovo più lo scontrino”.

Immaginate di essere un professionista che in gruppo rema sempre bene, anche se vi scavalca un ragazzino italo-albanese che la butta dentro spesso e vi fa guardare un sacco di primi tempi in panchina. Panchina dopo panchina, alla pausa pasquale sgarrate un po’ e la bilancia vi punisce: non venite convocato per Cesena-Vis Pesaro e il sito specializzato Transfermarkt lo scrive in un modo tutto suo e cataloga la vostra assenza come “vacanze extra”.

 Il vostro allenatore a quel punto vi guarda negli occhi e vi chiede se è giusto che continui ad avere fiducia e difendervi davanti a tutti. Rispondete di sì. Vi allenate più di prima. Il problema è che non segnate, esattamente come prima.

Poi finalmente arrivano i play-off e arriva Cesena-Vicenza, in uno stadio che ha tanto della bolgia argentina che amate. Entrate nel secondo tempo, indovinate il primo pallone, poi il secondo, poi il terzo, finalmente ci siamo, dai che torna l’eclissi. Prendete applausi, caricate il pubblico e il pubblico vi carica. Nella vostra difesa ci sono pure due cugini chiamati Prestia e Silvestri che nei calci d’angolo del Vicenza hanno sempre la castagna in caldo e fanno risuonare una serie di schiaffoni che non si vedevano dai tempi di Bocchini e Peccarisi. E mentre i cugini di castagna le danno a tutti, in attacco arriva pure la palla buona per segnare: cross di Mercadante, scivolata nell’area piccola e… niente da fare, non segnate come prima, perché il mondo starà pure cambiando, ma lo fa senza fretta. Però la democrazia dei play-off dice che tra anni racconteremo questa stagione iniziando da serate come quella di ieri, con Tozzo a vincere le sue paure fino prendere l’ultima palla e Ferrante a uscire dallo stadio con il sorriso di chi ha giocato da giocatore forte. Il Vicenza era fortissimo e il Cesena lo ha superato imitando la sua gente armata di badile. Come si dice da queste parti, alla fine l’hanno sfangata e da Tozzo a Ferrante, sono tutti ancora in tempo per passare alla storia.

#getAltImage_v1($tempImage)

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui