Il Cesena e i dettagli sbagliati che fanno la differenza

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Resterà il ricordo di quello che sembrava un buon girone per arrivare primi, ma il Cesena non fu d’accordo. Era noto che il primo posto sarebbe stato questione di dettagli e ai dettagli il Cesena ha perso. Ha iniziato a perderlo affidandosi una coppia di portieri che non riesce a dare sicurezza. Certo, la squadra i punti li fa e il gruppo è sano, come no, poi però si arriva sempre ad un momento della stagione in cui la squadra ha finito il suo compito e tocca ai solisti. Quel momento era il secondo tempo di Cesena-Lucchese, un momento atteso fin dall’estate, con l’acquisto di Corazza e l’attesa infinita per il sì di Ferrante. Toccava ai solisti e i solisti hanno bucato. Tutto un campionato ad aspettare Ferrante e Toscano gli ha dato una fiducia che neanche Lippi con Ansaldi, De Vecchi con Zhabov, Tazzioli con Stringardi, Modesto con Sabato.
Toscano era stato meritocratico aprendo subito le porte dell’attacco a Stiven Shpendi, poi però capita che Cristian gli scoperchi la partita di Ancona e l’allenatore si dimentichi di lui nel giro dei cambi di ieri. Incomprensibile. Erano dettagli e ai dettagli il Cesena ha perso l’occasione della vita.
Di conseguenza, a meno che non caschi il mondo, spazio ai play-off, le gare da dentro o fuori per aspiranti eroi, da Cangini con la Pistoiese a Rea col Pisa fino ad Ambrogioni a Lumezzane.
La democrazia dei play-off lascia ancora spazio per la giocata che ti cambia la vita anche a giocatori fin qui nello scantinato della stagione. Un po' come la vincita “win for life” di venerdì scorso, dove in una tabaccheria di Faenza c'è chi ha giocato 5 euro e ha vinto 3 mila euro al mese per 20 anni fino al 2043. Già l'espressione “win for life” fa sorridere: Dario Hubner avrebbe preferito “vin for life”, Adrian Mutu “gin for life”, ma non è questo il punto. Il punto è passare alla storia con un colpo vincente. Totò De Falco impazziva quando incontrava il suo amico Antonio Genzano e partiva sempre il solito cabaret: “Oh, io ho fatto centinaia di gol in carriera e a Cesena non mi fila nessuno. Questo ne ha fatto uno alla Roma e a Cesena lo conoscono tutti”.
Ancora più estremo il caso di Alberto Antonelli: una presenza in B in tutta la carriera, a 20 anni in una delle partite più importanti della storia del Cesena, nel giugno del 1994. Nello spareggio per la A, sta già 2-1 per il Padova e nel finale Bolchi lo butta dentro con la seguente indicazione tattica: “Vai e fai del casino là davanti”. Bebo Antonelli obbedisce e ad un certo punto c'è pure una palla che rimbalza al limite dell'area. C'è il “Win for life” in quel pallone, Bebo chiude gli occhi e tira. Fuori. Era la palla che cambiava la vita, ma alla fine cambiò quella del Padova. A Bebo Antonelli resta la consolazione di averci provato con coraggio e di fare parte di una categoria eletta, un gradino sopra a tutti noi che quella palla che può cambiarti la via la stiamo ancora aspettando.

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