Il Cesena di Montevarchi e Salvetti che voleva smettere

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Un aspro confronto in sala stampa tra allenatori? La baruffa finale di ieri tra Domenico Toscano e Roberto Malotti fa tornare alla memoria un antico episodio del Manuzzi. Niente di paragonabile all’allenatore del Montevarchi che usa una schiacciatina come un frisbee per colpire un collega, ma insomma, anche dopo quel Cesena-Ternana se ne videro parecchie.

Antefatto: siamo nel 1999, il Cesena di Alberto Cavasin sta risalendo fino alla salvezza in B è la sua stella è il 25enne Emiliano Salvetti, uno che quattro anni prima voleva smettere col calcio. Il motivo? Nel 1995 venne parcheggiato in C1 alla Spal e conobbe un sergentaccio come Vincenzo Guerini, un allenatore con cui si prese meno di zero. A 21 anni, Emiliano scappa da Ferrara dopo 4 partite: vuole smettere di giocare e ci vuole tutta la pazienza di Edmeo Lugaresi per fargli cambiare idea.

Arriviamo al 23 maggio 1999 e a Cesena-Ternana: è una gara decisiva per la salvezza, è diretta da un arbitro da rissa come Branzoni di Pavia e infatti finirà come deve finire. La Ternana è allenata da Guerini e il Cesena va in vantaggio proprio con Salvetti. Pareggia Borgobello a 12 minuti dalla fine, poi in campo pare che spunti un mezzo accordo per chiuderla lì e fare pari. Questo almeno è quello che pensa la Ternana, ma non Yuri Tamburini, che di testa infila il 2-1 e al triplice fischio si vedono Buonocore e Fabris della Ternana che inseguono il capitano del Cesena Superbi decisi a ridurlo ad un insaccato, fino ad un tutti contro tutti generale.

Si arriva poi in sala stampa. Devono parlare gli allenatori e comincia Alberto Cavasin, che però viene interrotto dall’arrivo di Guerini, che si presenta con un bel sorrisone a tutta bocca.

Guerini: “Scusate, scusate tanto. Posso dare la mano a Cavasin? Ecco, bravo. Complimenti eh, bravissimi”.

Cavasin: “Ti do la mano, ma non accetto i complimenti, non sono sinceri”.

Guerini: “Ah, ma io i complimenti te li faccio lo stesso. Bravo, bravissimo. Vi saluto e tanti auguri”.

Guerini a quel punto guadagna il corridoio degli spogliatoi e incrocia proprio Salvetti: qui parte un dialogo decisamente più triviale che riportiamo in versione tradotta in tono aulico, in ossequio alle fasce protette. Impostando google translator nello stilnovo fiorentino, tutte le parolacce di un confronto aspro svaniscono e si può concludere che andò più o meno così.

“Ah, Salvetti, fellone, ribaldo, lestofante. Oggi hai vinto tu, ma ricordati che nel calcio ci si rincontra sempre e la memoria non mi fa certo difetto”.

“Infatti marrano, oggi io ti ho rincontrato in quella cu’ il Savio bagna il fianco. Anche a me la memoria non fa difetto e ti ho beffato insieme ai miei prodi. Ora raccogli i tuoi stracci da sconfitto, raggiungi con solerzia la tua magione, non percuotere più le mie sfinite membra addominali e baciami le terga”.

“Come osi Emiliano? Non scorgo beltà nelle tue parole”.

“Viaggia in fretta e raggiungi tosto il torpedone, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”.

Il dolce stilnovo di Montevarchi invece ha detto che il Cesena ora ragiona davvero da squadra forte e consapevole, un armadio dove ogni cosa è riposta nel suo cassetto. I difensori difendono, gli attaccanti attaccano e segnano mentre il portiere, beh, ultimamente il portiere si cambia, fa la doccia e poco altro. E i centrocampisti? Da Albertini a Calderoni passando per Saber e De Rose, si è vista una cerniera centrale da gol e assist che sa fare pure legna. Anzi, visti i tempi che corrono, più che legna, questa è tutta gente che fa pellet e scalda la classifica di una squadra che inizia davvero ad essere quello che voleva. 

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