Il centenario della pittrice Giuliana Mazzarocchi

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La Stamperia di Rimini pubblica “La storia della mia pittura” di Giuliana Mazzarocchi (Cagliari 1921– Rimini 2012), in occasione della grande retrospettiva curata da Anna Graziosi Ripa nel palazzo di famiglia nell’autunno del 1997, dedicata alla lunga avventura artistica della pittrice della quale quest’anno ricorre il centenario della nascita.

All’Accademia di Bologna

Dopo Torino, Roma e Reggio Emilia, con la famiglia si trasferisce nel 1939 a Bologna dove si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Il suo insegnante di pittura è Virgilio Guidi e, dal 1942, Giorgio Morandi quello di incisione, per il quale la giovane prova una profonda ammirazione. Nel ’45, giovanissima, espone in città con Norma Mascellari, nel 1950 è presente alla mostra regionale del Sindacato Artisti Emiliani, nel 1951 vince a Bolzano il “Premio Adige” riservato alle pittrici e nel ’53 partecipa alla Biennale del mare di Rimini.

Insegnante a Rimini

Frequenta la Scuola di nudo diretta da Ilario Rossi dove incontra Giancarlo De Carolis, nipote del più famoso Adolfo, ortopedico, scrittore e artista che diventerà suo marito nel 1954, con il quale si trasferisce a Rimini per intraprendere la lunga carriera di insegnante di storia dell’arte al Liceo Classico Giulio Cesare. Nel 1958 espone alla Camera di Commercio di Ravenna e partecipa attivamente alla vita artistica della città promuovendo con Mario Zuffa, direttore della Biblioteca Gambalunghiana nell’ottobre del 1961 la nascita dell’Associazione Riminese Artisti e Cultori d’arte con sede alla galleria La Riva dove si organizzano mostre di pittori locali e internazionali. Ottiene premi e riconoscimenti di rilevo come il Muro dipinto di Dozza e il Campigna di Santa Sofia nel 1963.

Personale alla Malatestiana

È del 1972 la sua personale alla Galleria Malatestiana di Rimini, e l’anno dopo Francesco Arcangeli scrive il saggio introduttivo della pubblicazione a lei dedicata, edita da Ghelfi di Verona. Unica pittrice professionista nello scenario riminese, è dotata di grande temperamento e di grande consapevolezza delle proprie capacità artistiche così da “competere” alla pari con i pittori locali senza lasciarsi intimidire o doverne tollerare l’accondiscendenza paternalistica per acquisirne la stima.

Colori puri, violenti

La sua pittura rispecchia questi aspetti del suo carattere indipendente: contorni densi, compatti, scuri, più spesso blu cobalto, colori puri, violenti e fortemente contrastati, espressi con una pennellata ampia e pastosa che lei stessa fa risalire all’influenza dei fauvres citando Pierre-Albert Marquet e Henry Matisse e gli espressionisti d’avanguardia del gruppo Die Brücke tedesco. Dopo un periodo di inattività, dagli anni Settanta si dedica principalmente all’acquerello, una tecnica che le permette di realizzare immagini naturalistiche molto colorate e luminose che l’avvicinano all’astrazione.

L’invalidità

Dal 1995 la sua attività cessa per una grave invalidità che la colpisce. Nel 2002 un suo quadro entra nel progetto Pennelli per la vita e donato all’Ospedale Infermi di Rimini. Più recentemente una importante serie di suoi dipinti eseguiti in un ampio arco di tempo, dono del figlio Giovanni De Carolis, entra a far parte del patrimonio del Museo della Città di Rimini ed esposta all’inizio del 2020 nelle sale dell’istituzione, presentata da Annamaria Bernucci.

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