Il Castagneto di Granaglione diventa un centro di studio

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Il Castagneto di Granaglione è stato riconosciuto con decreto ministeriale Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale, un riconoscimento importante, il primo in questi termini per l’Emilia-Romagna. Esteso circa 10 ettari, il Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione si trova in località Alto Reno Terme sull’Appennino Tosco-Emiliano e, al suo interno, vanta l’eccezionale raccolta del germoplasma del castagno, rappresentata dalla varietà di 14 tipi di castagno da frutto e 4 da legno, un unicum a livello nazionale, al quale si aggiunge la parte monumentale.

Molte le attività in atto da tempo e attualmente in corso presso il Castagneto di Granaglione, come il mantenimento del castagneto tradizionale, la conservazione della collezione di germoplasma da frutto e da legno, il mantenimento del castagneto da frutto per la produzione di farina di castagna, birra e miele, la tutela del castagneto monumentale. E, su tutte, il progetto di ricerca avanzata denominato “Castagni parlanti”, uno studio che prevede l’applicazione su 48 castagni di sensori che raccolgono e trasferiscono dati importanti (parametri ambientali e biologici sulla crescita dell’albero, la misura accurata dell’acqua prelevata dal suolo, la misura della quantità di CO2 assorbita e sequestrata dalla pianta, la valutazione del colore delle foglie e lo stato di stabilità dell’albero stesso) che permettono di progettare una efficiente gestione forestale su ampia scala, della quale beneficia l’intero sistema ambientale circostante.

All’orizzonte ci sono invece nuovi progetti rivolti alla promozione e alla valorizzazione della produzione castanicola da frutto e da legno, in collaborazione con l’Università di Bologna. L’obiettivo è promuovere lo sviluppo di una intera filiera del castagno, che potrebbe essere utilizzato per realizzare prodotti differenti e commerciabili (alimentari e cosmetici, zootecnici nonché industriali con il legno da opera), con ricadute positive sull’economia della montagna, attraverso la valorizzazione delle sue risorse naturali in modo circolare.

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