Il Cartello difende l'amore: "Siamo rotti dentro"

Il 1 aprile su Youtube è uscito il video di “Siamo rotti dentro”, nuovo brano firmato da Il Cartello, pseudonimo del cantautore pugliese ma riminese d’adozione Diego Di Gioia e diretto dal regista e fotografo cervese Samuele Apperti. Il singolo segue i brani “Amore premium” e “Ricordare” con cui Il Cartello ha iniziato il suo nuovo progetto pop con influenze indie, dopo le prime esperienze alternative rock. La canzone è stata registrata al Bunker Studio di Ravenna di Carlo Di Gioia e a questa ne seguiranno altre con l’obiettivo di realizzare un album entro l’anno.

Di Gioia, innanzitutto partiamo dall'inizio: pugliese di nascita ma riminese d’azione.

«Sono cresciuto in una famiglia di contadini e sognatori, amanti della musica. Mi sono trasferito a Rimini perché i miei genitori si spostarono per esigenze lavorative. Amo questa città, mi ha regalato tante emozioni e ho mosso proprio qui i primi passi nella musica».

Lei e la musica: quando e come è scoccata la scintilla?

«Tutto è nato osservando, perché mio papà e mio zio sono musicisti e poi ammiravo mio fratello suonare la batteria, quindi posso dire che ho iniziato molto presto a sentire l’esigenza di esprimermi in questo modo».

Perché come nome d’arte Il Cartello?

«Sono appassionato di serie tv tra cui “Narcos” e “Breaking bad” quindi ho preso spunto dal cartello della droga, ma in questo caso è della musica. Con questo nome voglio cercare di essere un punto di riferimento a chi magari si sente smarrito e cerca riparo nella musica».

Il suo nuovo brano è “Siamo rotti dentro”. Com’è nato?

«È nato in un garage, l’unico posto in quel momento in cui potevo stare solo a pensare. Nato da un insieme di emozioni forti, condizionate da un amore consumato come quando sparecchi una tavola e restano le briciole sul tavolo».

Un amore finito ma rattoppato dalla routine, ma in questo caso si può definire ancora amore?

«L’amore esiste, ma spesso succede che col tempo diventi abitudine e ci dimentichiamo di metterlo lì, tra il cuore e il cervello. Magari è ancora lì, nascosto da qualche parte dentro di noi, sotto il letto oppure è finito confondendolo con il voler bene, quel bene che mette paura al solo pensiero di restare soli».

Cosa rappresenta l’amore per lei?

«L’amore è una cosa a parte, puoi cercare di confonderlo con altre emozioni ma non c’è storia, è come cercare l’aria nello spazio. L’amore è un’arma e le ferite sono la storia, è quella cosa che tutti i poeti scrivono, i cantanti cantano e i folli inseguono».

Nel video avete scelto di mettere al centro una coppia di ragazze.

«Il nostro intento è quello di mandare un forte messaggio, l’amore è bello così, con tutte le sue sfumature. L’anima deve amare per prima senza distinzioni. Quello che sta succedendo in Italia è orrendo, come quella coppia gay picchiata a Roma di recente. Questa è una battaglia contro gli omofobi».

Cosa le piacerebbe arrivasse di questa sua ultima fatica?

«Spero che arrivi il messaggio, spero che con la musica io riesca ad aiutare chi ne ha bisogno. Vorrei che la mia musica diventasse colonna sonora di amori iniziati e finiti, di estati passate, litigi e amicizie, come quando ascolti una canzone e ti ricordi l’esatto momento, gli stessi odori e sapori, far sì che le mie canzoni diventino un po’ come una macchina del tempo».

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