Il caffè di Ferrari, la torta di Naomi... La F1 dello chef

Archivio

Ecclestone e l’elicottero ai giardini, Ferrari e il caffè, le gambe infinite di Naomi, Villeneuve inferocito dopo lo sgarbo di Pironi... I fasti della Formula 1 a Imola si sono consumati non solo in pista, ma anche a tavola, soprattutto a quella due stelle Michelin del San Domenico. Foto, ricordi, aneddoti, sono parte dello sterminato archivio personale dello chef Valentino Marcattilii che può ricordare il piglio scontroso di Enzo Ferrari che in quelle sale dava appuntamento, poi faceva attendere i giornalisti della Gazzetta se non aveva finito di prendere il caffè, oppure le gambe lunghissime di Naomi Campbell che proprio a lui aveva commissionato la cena per la festa di compleanno di Flavio Briatore.

Bernie, la suite e l’elicottero

«Il personaggio più emblematico è stato Bernie Ecclestone. La prima volta venne a cena con il signor Martini presidente dell’Aci, mancavano due settimane al primo Gran premio a Imola era il 1980. Poiché non c’erano ancora alberghi che avrebbero potuto ospitare un personaggio del genere ci attivammo noi per allestirgli un appartamento nel piano sopra al ristorante –ricorda Valentino Marcattilii –. In tre settimane lo adattammo alle sue richieste con linee telefoniche private, il telex, una vera suite reale. Poi all’ultimo momento ci chiese anche... la pista per l’atterraggio per l’elicottero! Il giardino pubblico non potevamo smantellarlo... e quindi gli dicemmo che avrebbe dovuto usare l’auto dall’autodromo all’appartamento. Disse che gli era scomodo e si stabilì al Baglioni di Bologna, non so poi dove atterrasse l’elicottero là... Fu una delusione, ma fu anche un’avventura e ne abbiamo avute parecchie».

Enzo Ferrari e il caffè

Enzo Ferrari non era facile da fotografare e lui le gare non le guardava in pista. «Lui veniva a Imola il sabato –racconta Valentino – e non voleva essere fotografato. Una volta ricordo che aveva dato appuntamento al giornalista Pino Allievi che, per cortesia, era arrivato dieci minuti prima. Ferrari non gradì molto, lo guardò e gli disse di accomodarsi di là, che lui doveva finire di prendere il caffè. Solo dopo l’avrebbe raggiunto».

Le cene sontuose di Balestre

Fin dagli albori Imola era sempre, o quasi, il primo Gp d’Europa. Succedeva così che a Imola l’allora presidente della Fia Jean Marie Balestre, predecessore di Max Mosley, a Imola allestisse banchetti sontuosi proprio al San Domenico. «Il giovedì c’era sempre una cena di gala con tutti i team manager e signore, una trentina di persone nella nostra sala del camino – racconta Valentino –. Balestre era un vero appassionato di vini e quando vide la nostra cantina rimase estasiato. Non le dico cosa apriva, tutte le migliori annate italiane e francesi e bottiglie in grandi formati , spendeva follie. Per noi erano belle cene e occasioni per aprire bottiglie che difficilmente si aprivano durante l’anno. Era un piacere, anche perché ne assaggiavamo un goccio anche noi...».

Villeneuve e Pironi

Un rammarico dello chef con la passione per le quattro ruote: non avere nemmeno una foto di Villeneuve. E sì che da lì ci passava spesso quando era a Imola. Valentino ricorda bene il suo ultimo Gran premio, quello con cui si consumò il famoso duello non autorizzato con il compagno di squadra, poi nemico, Didier Pironi. «Il sabato prima della gara la Ferrari era a pranzo da noi e non so come, Pironi rimase a piedi –ride lo chef –. Allora io e mio fratello Natale lo caricammo sulla nostra Alfa 2000 e lo portammo all’autodromo, Ci fermarono e ci chiesero il pass e noi facemmo segno che “il pass” lo avevamo sul sedile dietro, se non ci facevano entrare non poteva andare a fare le prove...». Poi ci fu la gara e andò come andò. La sera della domenica la Ferrari era di nuovo a cena lì. «La Ferrari era da noi per lanciare assieme allo sponsor Giacobazzi la bibita “8 e mezzo”. Villeneuve arrivò con la moglie e il figlio, in teoria doveva essere al tavolo proprio con Pironi, ma ci disse che voleva mangiare da un’altra parte». La leggenda morì la settimana dopo in Belgio sul circuito di Zolder, era il 1982.

Colazione al muretto Ferrari

Con un balzo nei Novanta arrivano gli anni d’oro del cavallino e di re Schumi. «Schumacher e Todt passavano da Imola anche fuori dal Gran premio –ricorda Marcattilii –, erano ambasciatori Unicef per San Marino e si fermavano a cena o a pranzo da noi quando dovevano raggiungere il Titano. Todt poi, più di una volta ha cercato di coinvolgerci per aprire un ristorante insieme a Parigi, ma noi non eravamo ancora pronti all’epoca. Era abbastanza insistente eh...». Del resto la cucina del San Domenico gli piaceva al punto che nella sua permanenza a Imola la sua colazione doveva arrivare sempre da lì. «Gli portavo la nostra ricciolina al rosmarino imolese, che dopo averla imparata a fare da Ermes Ricci negli anni Settanta ho sempre proposta fra i nostri pani. Poi voleva i nostri panini al burro, ne andava matto, col culatello. In questo modo noi andavano ogni giorno al muretto ed era una bella emozione».

Naomi e la festa per Briatore

Fra le storie da prima pagina del gossip c’è poi il famoso compleanno di Flavio Briatore organizzato dall’allora fidanzata Naomi Campbell, era il 2000. «Dieci giorni prima chiamò una signora, parlava inglese e mi chiese di riservarle tutto il ristorante il giovedì prima della gara. Dissi che non potevo perché avevo già dei prenotati. Richiamò poco dopo una signora italiana, era la segretaria di Briatore e mi disse che avevo parlato con Naomi Campbell.. caspita se lo sapevo la tenevo almeno un po’ di più al telefono. Comunque, voleva organizzare una festa a sorpresa per Briatore. Ci accordammo sul fatto che avrebbe avuto il ristorante tutto per sé tranne quei tavoli già prenotati. Il giorno dopo arrivarono per il sopralluogo e quando andai ad aprire mi trovai davanti questa pantera nera, altissima, con una minigonna ascellare e un giubbino di pelle. Io la guardavo davvero dal basso verso l’alto, era enorme... e cominciò l’avventura». Gli amici nascosti in cantina, Ecclestone complice, la sala murata con pannelli di legno e riempita di palloncini, tanti che per gonfiarli furono ingaggiati anche i giostrai che avevano le bombole dell’elio e poi... la chioma di Naomi. «Mi disse che doveva farsi le extension, le proposi mia sorella che fa la parrucchiera e una sala dei nostri uffici per stare tranquilla. Ma lei mi disse che non andava bene... lei si faceva pettinare solo da un parrucchiere a patto che fosse gay, beh trovammo anche quello e glielo mandammo all’hotel... Poi la sera della festa tutto andò liscio fino a che non arrivò Ezio Zermiani con una troupe della Rai, d’accordo con il suo manager che però si era scordato di avvertirla. Lei mi aggredì ed ebbi davvero paura, me ne disse di ogni e non la smetteva più finché non arrivò il manager e le spiegò che era un’ intervista concordata allora cambiò faccia e fu tutta sorrisi e baci, non mi chiese neanche scusa...l’avrei uccisa». «Poi ci fu quella volta che... – e Valentino ne avrebbe ancora tante da raccontare –. Speriamo ci sia anche un futuro, conto molto su Stefano Domenicali che è imolese e sa cos’è la vera passione per le corse».

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