Il barman bengalese del Bar Marittimo: "Io a Rimini, la città più accogliente d'Italia"

Un locale storico, a due passi dal cuore antico di Rimini, all’angolo tra via dei Mille e via Roma. Chiuso da mesi e col rischio di perdere la propria “anima”. Torna a illuminarsi il bar Marittimo, da oltre cinquant’anni punto di riferimento di Borgo Marina. Per volontà di Midul Sidkar, 21enne barman bengalese, gli abitanti del quartiere potranno riprendere la loro vecchia abitudine, quella di sedersi ai tavoli per la classica colazione, cappuccino e brioche: «Ma non ordinateci alcolici perché non ne vendiamo». Ieri, l’attesa inaugurazione alla presenza del sindaco, Jamil Sadegholvaad.
Midul, perché ha pensato di riaprire il Bar Marittimo?
«Perché vivo a Borgo Marina da quando sono arrivato a Rimini con la mia famiglia da bambino. E perché il bar Marittimo è considerato il cuore pulsante del quartiere. Un quartiere che in passato ha avuto tanti problemi, anche di spaccio di droga. E nessuno di noi vuole che ricada in quel degrado sociale».Qual è l’offerta del nuovo bar Marittimo?
«Intanto, ci tengo a precisare che non saranno venduti alcolici. Sono musulmano e la mia religione me lo vieta. Per il resto sarà il classico bar dove vengono serviti caffè e colazioni con cappuccino, brioche e paste. Dove si potranno mangiare tramezzini, piadine farcite, pizzette. Poi quest’estate amplieremo l’offerta anche alla piccola ristorazione. Ma non ci sarà carne di maiale, sempre per via della religione. Serviremo, quindi, anche piatti tipici bengalesi. Insomma, la cucina sarà halal, nel rispetto appunto delle regole alimentari dell’islam».Si fermerà qui o ha già in mente altri progetti imprenditoriali?
«Mio padre gestisce, dal 2010, una macelleria-generi alimentari a due passi dal mio bar. E da lui ho appreso tanto. Per adesso, quindi, voglio concentrarmi sul bar, affinché torni ad essere il cuore pulsante del quartiere. Quel luogo di ritrovo che è sempre stato. Per questo ho assunto la ragazza che c’era prima, una messicana che conosce tutti e che è benvoluta da tutti. Poi, se le cose andranno bene, proverò ad aprire un altro bar come questo, con piccola ristorazione quindi, sul lungomare».Midul, quanto si sente riminese?
«Sono arrivato a Rimini nel 2008, che avevo 6 anni. Ho studiato qui, sono cresciuto qui, ho amici qui, bengalesi principalmente, ma anche italiani. E mi sento riminese non al 100%, ma al 150% (ride, ndr)».Secondo lei i riminesi sono accoglienti con gli stranieri, oppure c’è chiusura?
«Credo che Rimini sia la città più accogliente d’Italia. E noi riminesi, perché sono riminese anche io, tra i popoli più aperti e disponibili che si trovino. Le dico che non potrei abitare altrove, se non qui».Borgo Marina, quartiere decisamente multietnico, lo considera un esempio di integrazione ben riuscita?
«Riuscitissima. Basti pensare che solitamente i quartieri multietnici sono “confinati” nelle periferie estreme delle città. Come una sorta di ghetto. Qui, invece, viviamo a ridosso del centro storico: piazza Ferrari è dietro l’angolo, piazza Cavour subito dopo. Più integrazione di così!»