Il 2023 sarà un anno felliniano, Rimini è pronta a celebrarlo?

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È in arrivo un altro anno felliniano, e chissà se la città di Rimini sarà pronta a celebrarlo come merita dopo l’addio alla Cineteca di Nicola Bassano (che ha lasciato solo – si spera momentaneamente – il responsabile del settore Marco Leonetti) e il mai decollato progetto di “accademia” dedicata a Tonino Guerra che doveva nascere a Palazzo Valloni (Palazzo del Fulgor). E dopo che il sindaco Jamil Sadegholvaad ha deciso di avocare a sé la delega alla Cultura pur senza, diciamo così, “esercitare”.

Insomma, senza assessore e con personale ridotto, le cose da fare e a cui pensare sono tante, non ultima l’annunciata candidatura a Capitale della cultura per il 2026.

Classifica di “Variety”

Intanto il magazine americano Variety ha stilato la sua classifica di fine anno: una top 100 dei più bei film di tutti i tempi, o meglio: quei film che più di altri hanno segnato la storia della settima arte. Una graduatoria che certo può far discutere, e che vede al primo posto “Psyco” di Alfred Hitchcock seguito da “Il mago di Oz” di Victor Fleming, “Il padrino” di Francis Ford Coppola, “Quarto potere” di Orson Welles e “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino.

Solo al 33° posto c’è un film italiano, ed è una pellicola di Federico Fellini, “8½” del 1963, premio Oscar quale miglior film straniero e, scrive la rivista, «suo trionfo più disinibito: un film a ruota libera e spudoratamente autobiografico». Vero, ma un po’ poco per quello che molti considerano il più grande regista al mondo, ma tant’è. Peggio di lui stanno Michelangelo Antonioni, 44esimo con “L’avventura” (che vede Tonino Guerra tra gli sceneggiatori), e Vittorio De Sica, 67esimo con “Ladri di biciclette”.

Ma il sindaco Sadegholvaad la prende bene: «L’ennesima autorevole conferma – scrive –, qualora ci fossero ancora dei dubbi, dello straordinario impatto culturale che il regista riminese ha avuto nel mondo cinematografico internazionale, capace di lasciare un segno, di emergere con la sua originalità, con la sua prospettiva unica».

E ancora: «Fellini dunque consacrato dal primo giornale nella storia dedicato al cinema, quale artista italiano di riferimento del Novecento, il più premiato, tra i più originali e di sicuro tra i più imitati ed evocati. A lui si deve l’imprinting definitivo di Martin Scorsese, che ammise come “8½” avesse ridefinito la sua “idea di cosa fosse il cinema, cosa potesse fare e dove potesse portarti”».

Scorsese, è utile ricordarlo, pagò il suo tributo a Fellini proprio a Rimini, dove gli venne consegnato il premio intitolato al maestro nel 2005. Bei tempi.

Gli anniversari

Nel 2023 che sta per arrivare cadranno i 60 anni dall’uscita nelle sale di “8½”, ma non sarà l’unica pellicola a essere celebrata: saranno anche i 70 anni dal debutto de “I vitelloni” e i 50 anni dall’uscita di “Amarcord”, le due pellicole più riminesi del regista, e dove forte è l’impronta di Ennio Flaiano e Tonino Guerra. Come festeggiare? Non essendoci più la Fondazione o un centro studi, protagonista sarà il Museo Fellini, attraverso «iniziative in linea con lo spirito che lo muove dalla sua ideazione, andando cioè oltre la celebrazione fine a sé stessa, ma cogliendo l’occasione per riflettere su Rimini e sulla sua identità, che ha in Fellini un suo perno. Per capire, ad esempio, quanto “Amarcord” abbia saputo fissare il carattere dei riminesi o se invece non sia stato “Amarcord” in qualche modo a condizionare anche l’immaginario della nostra città e di chi la vive».

A trent’anni dalla morte

Non è finita: nel 2023 si compiranno anche i 40 anni de “E la nave va”, unico film di Fellini presentato in anteprima a Rimini alla sua presenza, e soprattutto cadrà il 30esimo anniversario della scomparsa del regista, morto il 31 ottobre 1993. Sarà questa l’occasione «per guardare a noi stessi, a chi siamo ma soprattutto dove stiamo andando».

Fellini, dunque, con il suo amore-odio per la città natale presto abbandonata e forse mai ritrovata, quale chiave di lettura per una Rimini che cerca di ridisegnarsi e di presentare un nuovo volto di sé. Ci riuscirà?

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