I tulipani olandesi nella pittura degli artisti romagnoli

Cultura


RIMINI. Nel 1600 i tulipani vengono esportati dall’impero ottomano in Olanda dove in breve tempo ottengono un successo assoluto tanto da diventarne il simbolo nazionale. Il fiore entra subito a far parte delle nature morte dei pittori dei Paesi Bassi, per diffondersi rapidamente in tutta Europa affascinando alcuni grandi maestri quali Cézanne, Monet, Picasso e Matisse.
In Romagna
In Romagna, un esempio di “buona scuola” sono gli acquerelli dedicati ai tulipani di Silvio Gordini (Russi 1849-Bologna 1937) e di Fortunato Teodorani (Cesena 1888-1960). Gordini, si diploma a Bologna, si perfeziona a Firenze prima di rientrare per insegnare all’Accademia fino al 1921. Scenografo e decoratore, è un eccellente pittore di paesaggi appenninici e di composizioni floreali. Teodorani, affetto da sordomutismo acquisito, durante la permanenza nell’Istituto Gualandi di Firenze segue le lezioni di Cassioli. Rientrato a Cesena, svolge una intensa attività decorativa civile e religiosa che lo porta a Roma, Rimini, Cattolica e altre località della Valconca e della Valmarecchia. Ottimo ritrattista e pittore di paesaggi, si distingue con successo nelle nature morte.
In tanti ci provano
Al naturalismo dei due si contrappone Renè Gruau, Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate (Rimini 1909-Roma 2004), il quale, quando diventa pittore fuori dalle commissioni delle case di moda o della pubblicità, rivela quel tanto di sincera “ingenuità” che contrasta con il perfezionismo della sua grafica, pur mantenendo il proprio repertorio cromatico. Gianna Nardi Spada (Ravenna 1900-Forlì 1979), allieva di Vittorio Guaccimanni e Giovanni Guerrini all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dedica gran parte della sua produzione pittorica ai vasi di fiori come quello di tulipani dipinto con spontanea vivacità e rapide pennellate della Collezione della Cassa di Risparmio di Ravenna. Cesare Camporesi (Meldola 1869 – Forlì 1944) si diploma all’Accademia di Belle arti a Bologna e si perfeziona alla Scuola delle Arti Decorative Industriali di Firenze per ampliare le sue possibilità di decoratore che svolge ampiamente in tutta la Romagna. La sua passione è la pittura a cavalletto con la quale ritrae le rose, uno dei suoi temi preferiti, e altri fiori come i tulipani, resi anch’essi con la bravura che lo distingue.
Così è per quelli dipinti da Alberto Salietti (Ravenna 1892- Chiavari 1961), pittore, grafico e illustratore, presente alla Biennale di Venezia dal 1920 al 1952. Aderente al gruppo di “Novecento”, è uno degli artisti arruolati da Giuseppe Verzocchi per la sua collezione dedicata al lavoro, oggi a Palazzo Romagnoli a Forlì.
Nella sua carriera Demos Bonini (Rimini 1915-1991) dipinge tante “giacche” inserite in diversi contesti. Un codice espressivo al quale si aggiungono paesaggi e nature morte. Molte di esse ritraggono angoli di interni dove gli oggetti fanno parte di una voluta costruzione geometrica. Scure e bituminose quelle degli anni ’60, nel decennio successivo diventano più precise, chiare e pulite, dominate da un’ampia scala di verdi che virano al bianco, come i tulipani del 1970. Bianco anche quello di Carlo Corrà (Rimini 1938- 1978), il quale lascia i toni caldi delle prime opere per dare spazio al disegno, ai volumi e al gioco dei piani che si sovrappongono immersi in quella luce al neon che ne raffredda le tonalità. A loro si aggiunge Tonino Gottarelli (Imola 1920-2007), scrittore, poeta e pittore di straordinaria sensibilità, del quale quest’anno cade il centenario della nascita.

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