I Quintorigo tornano con un secondo album su MIngus

“Quintorigo play Mingus vol.2” è il titolo del disco con cui la band romagnola dei Quintorigo torna alla ribalta nel mondo della musica. Un tributo al genio del musicista e compositore jazz Charles Mingus in occasione del centenario della nascita. A 14 anni dal primo volume, Valentino Bianchi (sassofoni), Stefano Ricci (contrabbasso), Andrea Costa (violino), Gionata Costa (violoncello) Alessio Velliscig (voce) e Simone Cavina (batteria) con la partecipazione di Mauro Ottorini (batteria), presentano “Quintorigo play mingus vol.2” disponibile dal 13 maggio sugli store digitali e nei principali negozi di dischi.

Valentino cosa vi ha spinto a tributare la figura di Charles Mingus oltre al suo genio musicale?

«Tutto nasce nel 2008, col primo disco dedicato a Mingus che ha riscosso un inaspettato successo: Mingus ci è sempre piaciuto per il suo approccio eclettico alla musica afro-americana, aveva la capacità di spaziare tantissimo sia nella scrittura che mentre suonava, un pioniere del Jazz. È dunque particolarmente affine come artista al nostro gruppo, perché come ben si sa, amiamo sperimentare e contaminare, a cavallo fra il classico, il rock e il jazz, una musica ad ampio spettro, proprio come quella di Mingus».

Perché proporre un secondo volume a quattordici anni dal primo?

«Ricorrendo quest’anno il centenario della nascita ci sembrava il momento più adatto per fargli un secondo tributo. Nel primo volume avevamo tralasciato alcune pagine musicali memorabili di Mingus, così abbiamo cominciato a scrivere, arrangiare e a cercare qualche perla rimasta nascosta negli anni e abbiamo sfornato “Quintorigo play Mingus vol. 2”.»

Eclettismo, contaminazione e sperimentazione sono i binari su cui per tanto tempo si è mosso il vostro gruppo, è ancora così?

«La nostra è una storia molto lunga, da ragazzini abbiamo cominciato a suonare in ambienti accademici, una base classica che ci è stata utilissima per spaziare poi nel mondo della musica con i nostri strumenti “particolari”, accompagnando o facendoci accompagnare da artisti come Carmen Consoli e più recentemente Mario Biondi. Tutte esperienze che ci hanno permesso di crescere e maturare e penso che questo nuovo disco rappresenti a pieno questa nostra maturità musicale».

Oltre a Mingus ci sono altri artisti a cui vi rifate?

«I nostri punti di riferimento sono ben visibili nelle nostre monografie e nei nostri tributi, come il disco su Jimmy Hendrix, nostro idolo, Frank Zappa e tanti altri disseminati qua e là, fra i tanti sicuramente David Bowie e Thelonious Monk. Ci rifacciamo molto ai grandi che sono venuti prima di noi, lo si può ben notare nel nostro album “Opposits” in cui nel primo CD sono incluse nostre composizioni originali, il secondo comprende invece rielaborazioni di pagine jazzistiche e pezzi rock memorabili. Cerchiamo di cogliere il bello laddove c’è e per noi si trova in ogni genere, in ogni brano, dal repertorio classico al rock».

Qualche artista con cui vorreste collaborare?

«Data l’età abbiamo perso i contatti con i giovanissimi. Tuttavia l’estate scorsa c’era in ballo un tour live con Alex Britti su Jimmy Hendrix, saltato per vari morivi. C’è quindi sicuramente come sogno nel cassetto quello di poter realizzare questo progetto. Allargando gli orizzonti penso poi a grandissimi jazzisti come Jeff Coffin, dal momento che con David Bowie purtroppo è impossibile».

Qual è il messaggio che sta dietro a questo disco?

«È un disco a cui teniamo particolarmente, pensato apposta per il live, ci piacerebbe suonarlo dal vivo. È un disco attuale come colui a cui è dedicato, un’artista che cercò sempre di mandare messaggi importanti come il pacifismo ad oltranza contro le discriminazioni razziali e che aveva terrore delle minacce nucleari negli anni cinquanta/sessanta. A tal proposito il brano “Oh Lord Don’t Let Them Drop That Atomic Bomb on Me” del primo volume dedicato a Mingus è particolarmente attuale visto il complicatissimo periodo storico e geopolitico che stiamo affrontando e che sembra non avere una fine».

Sono in programma esibizioni live o avete già altri progetti in mente?

«Quattro/cinque date sono già decise per quest’estate, siamo molto contenti di tornare ad esibirci visto il magro raccolto degli ultimi anni a causa della pandemia, nello spettacolo live dedicato al disco inoltre ci sarà il contributo del bravissimo giornalista Gino Castaldo, che scriverà i testi ed ha incontrato Mingus dal vivo più volte. Ci piacerebbe inoltre per il prossimo giro un ritorno alla musica rock, magari con qualche cover di brani illustri della tradizione».

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