I precari della scuola: "Abilitazione subito, settembre è vicino"

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«Trovare al più presto una soluzione per i precari della scuola: non c’è più tempo, settembre è dietro l’angolo». È questo l’allarme lanciato dal Coordinamento docenti precari della provincia di Rimini attraverso la “staffetta precaria”.

Gli insegnanti precari delle scuole riminesi hanno infatti manifestato a distanza, scattandosi e pubblicando una foto con un cartello «per la stabilizzazione dei precari della scuola».

A partire da settembre, spiega il coordinamento dei docenti precari, «si prevedono a livello nazionale 107mila cattedre vacanti rispetto alle piante organiche di diritto e ulteriori 130mila posti in organico di fatto» per «circa 240mila cattedre da coprire». Ad essere precario è «ormai un terzo degli insegnanti», senza contare l’impatto della pandemia, «che ha impedito lo svolgimento di due concorsi su tre: il concorso ordinario e la procedura straordinaria per le abilitazioni non si sono svolti», mentre si è svolto in presenza solo il concorso straordinario per il ruolo.

«Per di più - continuano i precari riminesi - in Italia non si può abilitare nessuno da oltre sei anni e l’ultimo concorso aperto a tutti i laureati è quello del 2012. Dal 1999 al 2021 si è svolto un solo concorso aperto a tutti i laureati. Ciò significa che ci sono state pochissime opportunità di ingresso e che dal 2015 ci sono docenti che lavorano senza potersi abilitare e senza entrare in ruolo. Almeno 6 anni di esperienza professionale, ma in molti casi anche più».

Il precariato nella scuola continua a crescere, scrive il coordinamento, soprattutto in chi ha più di tre anni di servizio, che «rappresentano uno spartiacque su cui sono intervenute più volte le istituzioni europee per richiamare formalmente l’Italia al rispetto delle norme sociali europee, che non prevedono un simile abuso di contratti a termine».

La palla è ora in mano al Governo Draghi, che «pare intenzionato a trovare una soluzione che offra una prospettiva di stabilità e garantisca la formazione necessaria a tenere insieme qualità del lavoro e qualità dell’insegnamento» concludono i precari della scuola riminesi.

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