I medici: scuola, vaccinazioni a rilento tra docenti e personale

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Rischia di partire in salita il nuovo piano nazionale straordinario per la vaccinazione degli insegnanti e del personale scolastico. «Rimango tuttora molto perplesso – commenta Franco Mandolesi, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Rimini –. Ero molto critico già a febbraio, poi l’Ausl Romagna mi aveva rimproverato dicendo che andava tutto bene. Se non si sono ancora vaccinati in 216.000 (dato nazionale, ndr), forse ci avevo visto giusto. Non è stato un gran successo».

Anche perché «il boom delle vaccinazioni si concentra nelle prime giornate – osserva Mandolesi –. Personalmente, fra insegnanti e personale scolastico ho vaccinato soltanto ventidue persone. Mi sembra un po’ poco. Vedo gli appelli che lanciano tutti, però convincere chi non si è ancora vaccinato non è una cosa così semplice».

Di fronte alla situazione attuale, «la proposta dell’assessore Donini (scuola in presenza solo per chi è vaccinato, ndr) è giusta – rilancia il vicepresidente –. Non possiamo cercare aule e autobus in più e poi la gente non si vaccina. Per i settori pubblici è necessario prendere decisioni di questo genere. Con la vaccinazione mettiamo al sicuro tutti».

«Siamo disponibili per incontrare le persone, per fare counseling e per provare a convincerli – ribadisce Fabio Maria Vespa, segretario generale della Fimmg-Federazione italiana medici di medicina generale dell’Emilia-Romagna –, ma 216.000 persone non vaccinate sono un grosso problema per l’apertura delle scuole».

E «sembra che si tratti di un problema dei medici di base e dei presidi, mentre è un problema politico – si toglie un sassolino dalla scarpa Vespa –. La politica se la sente di prevedere criteri di obbligatorietà della vaccinazione per alcune categorie?».

In qualsiasi caso, «chi non si vuole vaccinare è un paziente difficile da convincere – concorda il segretario generale –. Quando comincia a parlare delle possibili conseguenze a lungo termine della vaccinazione, noi medici siamo già fuori gioco».

Di certo, «si è dimostrato che l’autosufficienza degli hub vaccinali non è possibile – sottolinea Vespa –. Bisogna affiancare loro un altro modello, che è necessario impostare immediatamente. L’apertura della scuola è dopodomani. Se avessi un figlio in età scolare, sarei molto preoccupato».

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