I concerti e le iniziative sociali del Circolo dei bagnanti di Viserba

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Torniamo alle piacevolezze che si avvicendano nei “saloni dorati” del Circolo dei bagnanti di Viserba e dopo aver parlato del ballo occupiamoci ora degli eventi. Tanti e interessanti. Per necessità di sintesi puntiamo i riflettori sulla manifestazione di domenica 21 agosto 1910. Quel pomeriggio, nel «grandioso teatro» del Circolo, si svolge una lotteria per la raccolta di fondi necessari per ultimare la nuova chiesa di Viserba-mare ed in particolare per il pavimento e per l’acquisto delle campane (cfr. L’Ausa, 20 agosto 1910). Il convegno, stando a quanto raccontano le cronache, ebbe buon esito. Numerosi i partecipanti anche tra i residenti e molteplici i doni in palio raccolti dal comitato “Pro chiesa” presieduto dalle contesse Dora Rasponi e Imelde Franchini. Il biglietto della lotteria costava 25 centesimi. E la somma racimolata, nonostante la poca dimestichezza dei borghigiani con la “sottana nera”, superò di gran lunga le aspettative. Tra gli eventi dobbiamo citare i concerti, molto graditi ai villeggianti. Quello spettacolare della vigilia di ferragosto del 1914 è il più riuscito. E per ricordarlo ci affidiamo alla cronaca de Il Momento. «L’altra sera – riferisce il foglio del 20 agosto – nell’elegante Teatro del Circolo dei bagnanti, ebbe luogo un grande Concerto vocale e istrumentale. Distinti artisti vi presero parte svolgendo un ricco e difficile programma. La signora Eleonora Govoni Fiorin, soprano, rivelò un magnifico timbro di voce, calda, sicura e squillante negli acuti. Il tenore Angelo Minghetti mostrò di possedere una voce di timbro veramente tenorile, robusta, intonata e ricca di vibrazioni. Marcello Govoni, baritono, sfoggiò un tesoro di voce, estesa, fresca, sicura. Tutti gli artisti furono richiesti di bis in mezzo a fragorosi applausi. Benissimo l’orchestra». L’avvio del conflitto europeo (28 luglio 1914) interrompe tutte le attività ricreative e mondane della fascia costiera. Con l’ingresso dell’Italia nelle ostilità belliche la situazione si aggrava e diviene ancora più inquietante. Il Circolo dei bagnanti di Viserba chiude i battenti e «la piccola e ridente stazione balneare» perde la sua vivacità. La maggior parte dei suoi villini ha le persiane chiuse, i giardini disadorni e le fontane senza il borbottio dei zampilli hanno perso la loro festosa allegria. Le poche persone che s’intravedono sulla spiaggia tengono un contegno altamente riservato, consono alla drammaticità del momento. Soppressi i godimenti della bagnatura, le uniche distrazioni sono quelle promosse dai comitati patriottici, tutte orientate a dare conforto alle famiglie dei soldati al fronte. E i locali del Circolo dei bagnanti si prestano ad accogliere varie iniziative sociali di questo genere. Tra queste ci piace rammentare quella di domenica 5 settembre 1917, un meeting di «amor patrio» che anticipa di due mesi lo sfondamento, da parte degli austriaci, del fronte italiano a Caporetto. Un fatto drammatico e improvviso, che riverserà sulla riviera adriatica e quindi anche su Viserba una valanga di profughi veneti in fuga dalle loro terre. Un arrivo talmente tumultuoso che graverà pesantemente sulle già precarie condizioni economiche e psicologiche degli abitanti. Detto questo, torniamo alla prima domenica di settembre del 1917. Quel giorno nei locali del Kursaal, «gentilmente concessi dal proprietario signor Settimio Baschieri», si svolge un Matinée di Beneficenza per dare un aiuto concreto ai figli «di coloro che stanno combattendo per una più grande Italia». Promotori del concerto, che prevede un programma «altamente artistico» con pezzi di musica scelta, sono il rag. Torquato Menniello di Bologna e il maestro Paolo Balsimelli di Milano. I viserbesi e la colonia bagnante corrispondono con slancio all’appello patriottico e «l’esito del concerto – testimonia il Corriere Riminese il 9 settembre 1917 – è coronato da completo successo, sia per la valentia degli artisti che vi hanno preso parte (tutti si sono prestati gentilmente), sia per l’incasso in L. 503,20 nette versate alla benemerita presidentessa del Comitato Piccoli Figli dei Combattenti». Durante la manifestazione, alcune signorine hanno distribuito al pubblico, ad offerta libera, fiori e coccarde. Con l’arrivo del «sole della vittoria e della pace» – così è salutata dal Corriere riminese balneare il 29 giugno 1919 la prima stagione dei bagni del dopoguerra – riprendono le piccole follie dell’estate. Svanito l’incantesimo della Belle époque, ormai solo nei ricordi di qualche incallito “aristocratico”, nell’aria si respira un clima più frenetico e popolare. Il soggiorno negli alberghi e la “villeggiatura” nelle abitazioni signorili hanno imboccato la strada della vacanza e questa s’identifica sempre più con lo svago e la spensieratezza. Ed è soprattutto il ballo che rende effervescente il soggiorno sulla spiaggia. Il Circolo dei bagnanti fiuta il vento e si adegua alle nuove mode; e i suoi saloni, dopo un radicale maquillage, diventano un «piccolo paradiso di rumorosa allegria» per la nuova e frenetica clientela del Ventennio. Ma questo è un altro capitolo. Che non ci riguarda. Fermiamoci.

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