I cattolichini Dellai: Sanremo ci ha insegnato tanto

Sul palcoscenico del Teatro Ariston , i Dellai si sono esibiti per la prima volta insieme. I due fratelli (gemelli) Luca e Matteo di Cattolica, dall’esperienza sanremese si portano a casa una serie di emozioni intense e la consapevolezza di voler proseguire su questa strada appena iniziata.
Hanno gareggiato tra le Nuove proposte con il brano “Io sono Luca” (Virgin Record), scritto da loro.
«Siamo felici – spiegano Luca e Matteo – l’esibizione è andata molto bene. La performance live è stata la cosa più belle e intensa di Sanremo. Un dimensione che ci mancava moltissimo. Certo se avessimo vinto sarebbe stato meglio, ma per noi quel palco è un punto di partenza. Dopo l’esibizione, tornati in hotel abbiamo festeggiato con tutti gli altri ragazzi».
Speravate in una vittoria?
«Chi va a Sanremo punta sempre alla vittoria. Non ci siamo riusciti, ha vinto Gaudiano, che abbiamo avuto modo di conoscere e siamo molto contenti per lui. Del resto tutti i cantanti in gara erano artisti validissimi».Siete stati comunque vincitori, tra migliaia di artisti, nel lungo percorso pre sanremese .
«Gli artisti che hanno partecipato al concorso Ama Sanremo erano 900, mentre i cantanti che come noi hanno partecipato ad Area Sanremo erano 500. Quindi arrivare a esibirsi all’Ariston è stato già di per sé un grandissimo risultato».Tecnicamente vi siete piaciuti?
«Dopo tanto stress, tante prove e tanti ostacoli fino a un attimo prima di salire sul palco, siamo molto soddisfatti della nostra esibizione. E questo è merito anche di tutto il lavoro che c’è stato dietro e delle persone che ci hanno affiancato, il nostro manager, tutto lo staff. Non ultimo il nostro direttore d’orchestra Federico Mecozzi anche lui romagnolo (il più giovane tra i direttori)».L’emozione più grande che avete provato in quel di Sanremo ?
«L’emozione più forte l’abbiamo provata un attimo prima di esibirci, sono stati momenti davvero adrenalinici. Poi una volta sul palco ci siamo molto divertiti».L’assenza di pubblico in teatro vi è stata più di aiuto o di ostacolo?
«Da una parte l’assenza di pubblico ti dà una maggiore tranquillità, non senti il peso di un’esibizione così importante, dall’altra però è una mancanza che si fa sentire. Non hai quel riscontro immediato che ti fa capire subito se il pezzo è piaciuto o meno. Noi ci siamo esibiti nella serata dei palloncini per cosi dire ed era confortante avere davanti a noi un po’ di colore».Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
«Ci ha insegnato molto – spiega Luca –. A me in particolare ha insegnato a credere di più in quello che facciamo, visti anche i buoni risultati che stiamo ottenendo».Per me invece – aggiunge Matteo – Sanremo è stata la conferma che quello che voglio fare è stare su un palco, cantare di me e degli altri. Fino a poco tempo fa sia io che mio fratello seguivamo l’Università e non pensavamo minimamente al fattore Sanremo. Poi con orgoglio e stupore abbiamo passato tantissime selezioni. E all’Ariston mi sono detto, ok questo è quello che voglio fare».