I 100 anni di Bruno Marabini, scienziato dell'arte

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L’Ordine dei Medici di Rimini con la famiglia dell’artista, la Provincia e il Comune organizza nel 2002 nella Sala delle Colonne dell’allora ex teatro “Amintore Galli” una mostra antologica dedicata a Bruno Marabini (Faenza 1921-Rimini 1996), del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita. Figura pubblica per la sua attività professionale, politica, culturale e artistica, quanto riservata, schiva e poco propensa a socializzare, non priva di grandi passioni e improvvise “accensioni” di veemente durezza nelle discussioni. Aspetti che emergono nella memoria di chi lo ha conosciuto, ben realizzata nel Bollettino dell’Ordine n.2 dello stesso anno, presentazione e catalogo dell’evento, sul quale intervengono Sergio Zavoli, Stefano De Carolis, Rosita Copioli e Luca Cesari per cercare di tracciarne i poliedrici profili di amico, medico, scrittore e artista rispettivamente. Ad essi si aggiungono Fernando Piccari, Raffaello Baldini, Gerardo Filiberto Dasi e Ugo Gobbi.

Tanti autorevoli contributi perché sono tante le aree dove Marabini ha lasciato il suo segno. Dopo la laurea in Medicina a Bologna nel 1947, durante le specializzazioni in endocrinologia, in malattie nervose e mentali e in malattie cardiovascolari a Firenze, disegna, dipinge e realizza opere in ceramica partecipando ai concorsi nazionali di Faenza nel 1954, con menzione onorevole, e nel 1955. Nel 1958 prende la libera docenza in Patologia speciale medica ed è nominato primario medico a Riccione poi a Rimini due anni dopo. È uomo di scienza con numerose pubblicazioni mediche e tante ricerche sui ritmi circadiani, la cronobiologia, la percezione e l’intelligenza artificiale, queste ultime in collaborazione, tra gli altri, con Silvio Ceccato, Pino Parini e Antonio Valmaggi. Si rivela uno scrittore curioso e funambolico con il gusto del paradosso nei libri “Io penso che” del 1972 , “Viceversa” del 1975, “Il covo delle Lune” del 1985, e ne “Le varieganti” del 1989.

Continua a dipingere, incidere ma principalmente scolpisce il legno: autonomie cinetiche come la crudele “Borda”, cigolanti strutture da passeggio, forme pure scomponibili, composizioni e condizioni ambientali di unità/base, strutture erbose, camere, sintesi inducenti scomponibili, strutture dei concavi, moduli, strutture con biette, ricerche con 3/4+1/4 di sfera e maschere in ceramica con la collaborazione di Carlo Zauli. Un curriculum espositivo di grandissima qualità presentato da critici autorevoli: Carlo Giulio Argan al Museo Alvar Aalto di Jyvaskla in Finlandia nel 1974 , Umbro Apollonio, Bruno Munari Silvio Ceccato a Firenze 1973, Luigi Carluccio a Parigi 1979, Corrado Maltese al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1977, Marilena Pasquali e Marcello Venturoli al Premio Michetti di Francavilla a Mare nel 1977 e a Faenza nel 1978, Pierre Restany al Palazzo dell’Unesco a Parigi nel 1979, Paola Serra Zanetti a Bologna nel 1980, alle Biennali di Venezia del 1980 e del 1982, e Carmine Benincasa per la grande retrospettiva riminese del 1982.

Conoscendo l’opera di Marabini è ben evidente quanto sia straordinario, capace di tracciare nuovi indirizzi, nuove vie, lanciare nuovi messaggi, in un caleidoscopio di premonizioni. A volte semplici prototipi che abbandona perché attratto da altro tema più stimolante, perpetuando la curiosità e la ricerca quale vera passione. A cent’anni dalla nascita resta ancora tutto da scoprire e rivalutare nella sua complessa e poliedrica personalità artistica.

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