Vola per le scale e finisce in coma vegetativo: “È stato fatto cadere con un pugno al volto”

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  • 23 ottobre 2025

Uno è caduto rovinosamente da una scala riportando da quel giorno lesioni che lo hanno ridotto in stato vegetativo. L’altro è accusato di avergli sferrato un pugno, facendolo cadere da quella scala. Tutti e due sono volti noti delle cronache: sia per la vicenda delle mascherine cinesi acquistate dall’Ausl per la quale fu arrestato anche il parlamentare Gianluca Pini; che per accuse legate al traffico internazionale di droga. Si parla di lesioni gravissime nelle accuse che ieri erano al vaglio nell’aula del presidente Monica Galassi (con giudici a latere Federico Casalboni e Ramona Bizzarri). Una vicenda intricata che ha preso vita nel 2023 e nella quale l’accusa è sostenuta dal pm Laura Brunelli.

Tutto comincia con una chiamata al 118 per quella che sembra un incidente sul lavoro. In un edificio di Forlì era in corso un trasloco al quale partecipavano l’imprenditore forlivese G.F. (difeso dall’avvocato Marco Martines) e l’autotrasportatore cesenate G.C. (difeso per parte civile dall’avvocato Anna Salvatore).

Quel giorno il personale del 118 giunto sul posto trovò il cesenate a terra con lesioni devastanti alla testa ed alla colonna vertebrale. L’autotrasportatore era finito in uno stato di coma che lo portò in Rianimazione e dal quale non si è mai ripreso.

L’accusato e la parte civile, in quel momento, erano finiti nelle indagini della Dda e della procura di Forlì. Per la vicenda delle mascherine importate dalla Cina da vendere all’Ausl nel periodo pandemico e per traffici internazionali di cocaina.

Dalle varie intercettazioni telefoniche ed ambientali in corso, la procura capì che qualcosa in quella ricostruzione dei fatti non tornava e iniziò ad indagare non per un “mero” incidente sul lavoro. Il sospetto era che il cesenate, indicato in altre sedi investigative come testa di legno di società gestite dal forlivese, da quella scala in quella casa a Forlì non fosse caduto da solo e per sbaglio, ma che fosse precipitato perché colpito da un pugno sferratogli dal “collega” nel corso di una lite. Ipotesi accusatoria per la quale ora l’imprenditore forlivese è accusato di lesioni gravissime colpose.

In aula ieri è stata ascoltata la polizia scientifica che riferito sugli esami di 8 campioni di Dna svolti per cercare di chiarire la vicenda. Sentita anche la anatomopatologa Donatella Fedeli che ha periziato le lesioni che hanno reso invalida la parte civile. Il richiamo ad un possibile pugno è stato evinto del perito per una frattura alle ossa orbitali ed a quelle nasali, che il cesenate presentava dopo la caduta solo su una parte del volto. Fedeli ha spiegato come nella medicina forense non sia possibile associare con certezza quelle fratture ad un pugno o ad un urto durante una caduta. Ma ha spiegato anche come solitamente lesioni simili emergano più facilmente per un colpo patito più che durante una caduta, spiegando anche come le tracce di sangue sul luogo di un incidente sul lavoro simile, sia più facile ritrovarle alla fine della caduta da una scala piuttosto che nel suo punto d’inizio.

Un processo indiziario insomma, quello a carico dell’imprenditore Fiore, che riprenderà con le testimonianze a dicembre mentre a febbraio l’imputato potrà rendere la sua versione dei fatti ai giudici ed alle parti.

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