Rimini. Violenza sessuale di gruppo, la 16enne pronta a raccontare la sua verità

Era stata proprio la ragazzina di 16 anni a chiamare nella notte tra il 5 e il 6 agosto scorsi aiuto dicendo di essere stata violentata da due uomini. «Ho bisogno di aiuto - aveva detto - ho fatto serata con due ragazzi e mi sento male». Al telefono il soccorritore del 118 aveva inviato sul posto un’ambulanza che aveva portato in ospedale la 16enne che una volta dimessa aveva formalizzato una denuncia querela assistita dall’avvocato Aldo Pancini. Lunedì in un’audizione protetta la ragazzina sarà sentita dal gip in un incidente probatorio necessario a cristallizzare le dichiarazioni rese la scorsa estate. La giovane dovrà dire se ricorda i suoi violentatori, i due ragazzi indagati per tali fatti e arrestati qualche tempo dopo dai carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Sentita alla presenza di una psicologa la 16enne dovrà spiegare le circostanze per cui era finita a fare sesso con i due ragazzi conosciuti sui social. L’incidente probatorio rientra nel procedimento a carico dei ragazzi (ancora in fase istruttoria) arrestati a novembre in esecuzione di un’ordinanza gip del Tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli. I due giovanissimi indagati per violenza sessuale di gruppo, aggravata dall’uso di sostanze stupefacenti, su una ragazza di 16 anni, lesioni personali e spaccio sono un neo diciottenne, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù e un 17enne, entrambi residenti a Fano. Stando alle indagini dei carabinieri di Riccione, i due amici avevano pattuito on line un appuntamento sessuale a pagamento con la minorenne. Un gioco, forse, per la ragazzina che una volta in auto con i due si era spaventata chiedendo di essere riportata a casa. I due l’avevano minacciata e dopo averla costretta a subire atti sessuali l’avevano abbandonata di notte in strada. Ad inchiodare definitivamente i due ragazzi era stata la prova del Dna. I carabinieri oltre alle intercettazioni infatti avevano raccolto i campioni di Dna prelevati dal personale sanitario sulla vittima e li hanno comparati con quelli dei presunti responsabili. Quando i profili analizzati dai carabinieri del Ris di Parma hanno confermato la compatibilità pressoché totale tra i profili genetici per i due ragazzi erano scattate le manette.